Scuola, la grande fuga. A Como 824 le cattedre scoperte

Mobilità Quadro preoccupante per il prossimo anno scolastico alla luce delle richieste . La maggior parte (492) provengono dalle elementari, poi da superiori (149) e medie (135)

Como

Sono ben 824 le cattedre scoperte per l’anno scolastico 2025/26 in provincia di Como, tra posti comuni e di sostegno, dall’infanzia alle superiori. Questo il preoccupante quadro tracciato dalla Cisl Scuola al termine delle procedure di mobilità, frutto dei dati elaborati sulla base delle informazioni fornite dal ministero dell’Istruzione. Entrando nello specifico, i posti scoperti sono 48 nella scuola dell’infanzia, 492 nella primaria, 135 nella secondaria di primo grado e 149 nella secondaria di secondo grado.

Una situazione che riguarda tutta la Lombardia, derivante sì dai pensionamenti in arrivo ma, soprattutto, da richieste di trasferimento, come spiegano i sindacati: sono infatti molti i professori provenienti dal Sud Italia che, appena possono, si ricongiungono con la famiglia.

«I docenti tendono a richiedere trasferimenti verso province percepite come più vantaggiose dal punto di vista personale, familiare o professionale – chiarisce Francesco Falsetti, segretario generale della Cisl Scuola dei Laghi -. Questo movimento costante di personale crea uno squilibrio tra i flussi in entrata e in uscita, lasciando scoperti numerosi posti negli organici locali. I concorsi pubblici, spesso caratterizzati da tempistiche dilatate e procedure complesse, non riescono a compensare tempestivamente i pensionamenti. L’incremento costante degli alunni con disabilità certificata e con disturbi specifici dell’apprendimento ha determinato una domanda sempre più pressante di docenti specializzati. Tuttavia, i percorsi di specializzazione per il sostegno didattico non riescono a formare un numero adeguato di docenti qualificati, creando un divario strutturale tra richiesta e offerta formativa specialistica».

La situazione nazionale

A livello nazionale risultano ancora vacanti e disponibili 52.656 posti, di cui 38.260 comuni e 14.396 di sostegno, confermando una criticità strutturale del sistema scolastico italiano. «La Cisl Scuola dei Laghi, aggiunge Falsetti, «ha sempre sostenuto la necessità di politiche mirate per fronteggiare la carenza di personale, particolarmente critica nelle aree del sostegno didattico, dove si concentra la maggior parte delle disponibilità».

Troppi precari

Tanti docenti che si spostano al Sud, quindi, ma anche il numero di precari resta alto. «La questione di fondo è che la legge prevede il blocco di tre anni per chi è immesso in ruolo o fa domanda di trasferimento, ma poi ci sono le deroghe che danno la possibilità di spostarsi prima – chiarisce Gerardo Salvo, segretario regionale Uil Scuola Lombardia e segretario territoriale di Como - Chi lascia la famiglia ne approfitta, anche se non è nemmeno facile perché i posti giù si esauriscono. Da noi poi ci sono tantissimi precari, in alcuni casi anche il 60% soprattutto per quanto riguarda il sostegno. Una situazione che si presenta tutti gli anni e che non si riesce a sistemare. Gli insegnanti in graduatoria prenderanno l’incarico ma dove capita, dove gira l’algoritmo. Chi ha iniziato il lavoro in una classe, deve lasciarlo. Le persone vanno stabilizzate: abbiamo un problema di continuità sia per i ragazzi che per i docenti, che ogni anno sono alla mercé di un algoritmo che manda sempre in posti diversi»

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