Si rivede il Covid con la variante “Pirola”. Casi raddoppiati, ma (per ora) contenuti

Salute In Lombardia negli ultimi giorni i numeri sono cresciuti in termini percentuali del 96%. Pregliasco: «Altro rialzo nelle prossime settimane. Per anziani e fragili pensiamo al vaccino»

Si rivede il Covid. Una nuova variante (ribattezzata Pirola) accende un nuovo interrogativo sull’andamento di una pandemia che ormai era stata archiviata. Nel territorio lombardo i casi sono in pochi giorni raddoppiati, in termini percentuali il balzo segna un +96%.

La situazione

L’incidenza anche Como e provincia nelle mappa delle statistiche è colorata di rosso. Se si guardano però i numeri assoluti siamo a poche decine di casi. Ma è vero che qualche positivo con sintomi non gravi arriva all’attenzione dei medici di famiglia, così assicura per esempio da Rebbio il dottor Paolo Iaria. La mole dei tamponi effettuati comunque non è certo paragonabile a quella degli scorsi anni. C’è chi tornato dalle vacanze con qualche lineetta di febbre compra sì un test fai da te, riferisce il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Como Giuseppe De Filippis, ma le vendite sono contenute. In questa fase però è complicato affidarsi alle statistiche perché il sistema di tracciamento è stato smantellato. Per i positivi non c’è più nemmeno l’isolamento.

«Non dovremo più affrontare un problema di sanità pubblica – commenta il virologo lombardo Fabrizio Pregliasco – ma un rialzo nelle prossime settimane sarà visibile. La popolazione ha per fortuna una immunità diffusa, il virus però continua a proporre nuove forme, anche se meno cattive. Dobbiamo lo stesso preoccuparci, nei giusti termini. Quindi pensare per esempio alle vaccinazioni per anziani e fragili. È utile anche suggerire il tampone ai malati più a rischio, per avere una certezza diagnostica per predisporre le cure antivirali più efficaci. È bene anche evitare facili contagi con altri pazienti deboli». Una nuova tornata di vaccinazioni sarà disponibile da ottobre, la raccomandazione varrà per gli over 60 e i malati cronici.

Comunque i pazienti ricoverati nel territorio regionale sono circa un centinaio, solo tre nel reparto Malattie infettive al Sant’Anna. Possono esserci casi Covid anche in Ortopedia o in un Urologia se devono principalmente attendere operazioni e trattamenti da queste specialità.

Sul punto Foce, la Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi, ieri ha espresso «preoccupazione per la mancata previsione dell’isolamento dei pazienti colpiti da Covid negli ospedali». Secondo il presidente Francesco Cognetti la norma che ha abolito l’obbligo di isolamento a casa non contiene indicazioni sull’isolamento dei positivi nei nosocomi.

Nelle strutture sanitarie

«In molti ospedali – così ha detto - ormai non vengono più effettuati di routine i tamponi ai pazienti, ai sanitari e ai familiari. Vanno definite regole per isolare e monitorare i positivi nei reparti».

Dal Sant’Anna assicurano che nei reparti regole, tamponi e mascherine sono ancora realtà. In vista dell’arrivo dell’autunno, dato il repentino cambiamento climatico e il diffondersi della nuova variante, gli specialisti chiedono maggiori attenzioni. «I reparti unici per l’isolamento dei positivi offrivano maggiore sicurezza – commenta ancora Pregliasco – è meglio non abituarsi al rischio».

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