
(Foto di archivio)
Ambiente Una classifica di Ener2Crowd condanna il capoluogo lariano. Ma Arpa ridimensiona: «Trend in miglioramento». Legambiente: «Cambiare»
Como
Smog, Como la quarta città peggiore d’Italia, ma gli stessi ambientalisti ridimensionano, «il problema è più esteso».
Elisabetta Patelli, portavoce provinciale dei Verdi, negli scorsi giorni ha rilanciato con allarme una classifica, stilata da Ener2Crowd, una piattaforma italiana che ha elaborato i dati di una ricerca internazionale condotta su 167 città da una università cinese.
A livello più locale in Italia risulta che Como, calcolate le medie annuali dell’ultimo lustro dei principali inquinanti, ha la qualità dell’aria peggiore dopo Milano, Torino e Monza. Facciamo dunque peggio rispetto ad altri centri urbani della pianura padana storicamente molto esposti al particolato.
«È un dato che rappresenta un campanello d’allarme per le istituzioni locali e per la comunità comasca – dice Patelli - è urgente adottare politiche di riduzione delle emissioni. La priorità è una inversione di marcia del sistema della viabilità, bisogna smettere di realizzare grandi attrattori di traffico e impegnarsi invece in un piano alternativo».
L’ultimo report annuale di Legambiente, Mal d’Aria, metteva però in evidenza grandi concentrazioni nel nostro territorio di NO2, una fonte comunque pericolosa per la nostra salute, mentre invece l’andamento di PM10 e PM2.5 negli ultimi anni faceva emergere un lento miglioramento. Per lo stesso presidente del circolo di Como Enzo Tiso «più che concentrarsi sulle singole classifiche città per città bisognerebbe affrontare il problema a livello sovra regionale, come pianura Padana». La stessa Arpa sottolinea come, nonostante il nodo dell’inquinamento dell’aria esista indubbiamente, negli ultimi anni le concentrazioni degli inquinanti hanno fatto registrare livelli meno problematici. Secondo Arpa, citiamo uno degli ultimi rapporti, «il trend è in miglioramento» stando ai dati pubblicati sul sito ufficiale «dall’inconfutabile valore scientifico».
Gli obiettivi fissati dalle autorità europee in realtà non sono ancora stati raggiunti, restano criticità non solo relative allo smog prodotto dal traffico, ma anche dai sistemi di riscaldamento e dagli allevamenti intensivi.
«Ho letto questa classifica – commenta Andrea Aliverti, comasco e ingegnere del Politecnico da anni impegnato a livello europeo sul tema della qualità dell’aria –. in genere purtroppo in tema aria Como non offre risultati brillanti, ma ha esposizioni comunque migliori rispetto ad altre città della bassa padana, verso l’arco alpino le cose migliorano. Certo nella convalle c’è un particolare ristagno, gli inquinanti senza ricircolo d’aria persistono più a lungo d’autunno e d’inverno, come pure d’estate l’afa crea molta umidità. La densità abitativa nel catino, la presenza di aree verdi limitrofe, ma più elevate, da Brunate alla Spina Verde, non aiutano. Quindi sicuramente il problema esiste, va affrontato e per nulla sottovalutato, però lo scenario non credo sia tanto peggiore rispetto al panorama del bacino padano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA