Sos dagli infermieri con una lettera ai rappresentanti sindacali: «Siamo pochi ed esausti, alto rischio di errori»

L’allarme Lettera di infermieri e “Oss” del Sant’Anna: «Oncologia e Geriatria, siamo in due ogni 27 ricoverati». «Turni lunghi, riposi saltati e più casi Covid del pattuito»

Gli infermieri e gli operatori socio sanitari dell’Oncologia e della Geriatra del Sant’Anna si dicono «esausti e sotto pressione».

All’unanimità i sanitari non medici in forze alla “Degenza medica 1” hanno scritto ai rappresentanti sindacali lamentando criticità in reparto sempre più insostenibili. «Siamo ormai esausti per le condizioni lavorative in cui siamo costretti a operare - scrivono - e che si protraggono ormai da troppo tempo, tanto che situazioni di criticità non sono più un fatto eccezionale ma sembrano essere ormai all’ordine del giorno. Che l’ospedale stia andando incontro a una carenza di personale è ormai un dato lapalissiano, ma non vorremmo che ciò si riversi né sulla qualità dell’assistenza che da sempre ci premuriamo di garantire ai nostri pazienti, né sulla salute fisica e psicologica del personale che deve garantirla».

Per coprire i turni ci sono troppi pochi infermieri. «Spesso il personale infermieristico è ridotto a due soli infermieri ogni 27 pazienti. Nel pomeriggio quando le attività ordinarie di reparto si sovrappongono a urgenze varie ed eventuali, ai ricoveri da accettare in reparto, alle terapia da somministrare, agli esami diagnostici, all’accesso dei parenti per l’orario di visita, alla somministrazione dei pasti e alla gestione dei pazienti Covid isolati, gestire il reparto diventa sempre più difficile nonostante gli sforzi».

Finora appelli a vuoto

Occorre pensare che i sanitari dell’Oncologia hanno a che fare con pazienti delicati, di difficile gestione, che «hanno bisogno oltre che delle terapia anche di sostegno morale». Quanto alla Geriatria, ci sono malati critici, spesso terminali, oppure agitati e poco collaboranti.

«Nonostante i nostri appelli - prosegue il documento - l’emorragia di personale che attanaglia l’ospedale e anche il nostro reparto si riversa psicologicamente e fisicamente sugli operatori, costretti a erogare le proprie prestazioni in un clima ad alto rischio di errore per il sovraccarico lavorativo, per non parlare dell’importante monte ore a cui mensilmente fanno fronte, con turni spesso troppo lunghi e riposi dopo lo smonto notte saltati per sopperire alle esigenze».

Tanti problemi

Operatori socio sanitari e infermieri avanzano timori relativi all’assistenza ai pazienti, ai minuti garantiti per ciascun malato. L’Asst Lariana ha aperto un bando per assumere infermieri, ma tutta la provincia e la regione, come pure buona parte dell’Italia, soffrono la cronica carenza di professionisti sanitari.

«Siamo ormai molto scoraggiati e mentalmente esausti- si legge ancora - Chiediamo rispetto per la nostra professione, vorremmo solo concretezza e ascolto. Da disposizione aziendale i pazienti Covid sarebbero dovuti essere massimo quattro per unità operativa, una situazione attualmente utopica poiché in reparto ad oggi ve ne sono ricoverati il doppio. Ci troviamo con più pazienti isolati molto critici da gestire senza l’ausilio di personale aggiuntivo. Occorre considerare il dispendio di tempo ed energie nel gestire pazienti Covid, incluse le operazioni di vestizione e svestizione. Per giunta con la beffa di non percepire più il benché minimo riconoscimento di indennità per le malattie infettive».

© RIPRODUZIONE RISERVATA