Cronaca / Como città
Venerdì 19 Dicembre 2025
Specializzandi da soli in sala operatoria: «Fatto grave, fare subito chiarezza»
Sanità Il caso comasco all’Osservatorio nazionale per la formazione medica specialistica. Magnone (Anao Assomed): «La presenza di un medico specialista è sempre da garantire»
Como
Specializzandi da soli in sala operatoria: il caso all’attenzione delle autorità.
La segnalazione degli specializzandi in Ortopedia, impiegati al Sant’Anna e al Sant’Antonio Abate senza la presenza di medici tutor titolati, è stata inviata dall’Associazione liberi specializzandi all’Osservatorio nazionale per la formazione medica specialistica.
Un organismo interno al ministero dell’Istruzione che determina l’accreditamento delle scuole promosse dagli atenei in collaborazione con gli ospedali.
Occorre infatti ricordare che il reparto di Ortopedia dell’Asst Lariana è a direzione accademica, il primario arriva dall’Università degli Studi dell’Insubria come i giovani studenti che fanno pratica in corsia.
La segnalazione
«Visti i documenti in nostro possesso vorremmo che le autorità approfondissero quanto sta accadendo - spiega Massimo Minerva, presidente dell’Associazione liberi specializzandi – molte volte da più parti d’Italia ci arrivano lamentele e denunce sollevate da giovani medici per l’uso improprio cui vengono assegnati, tra turni, orari, sostituzioni. Operare pazienti senza tutor però è un fatto grave. E’ bene quindi fare emergere e affrontare il problema».
Anche perché, spiegano gli specializzandi, non si tratterebbe di casi isolati.
Già l’anno scorso sempre tramite l’associazione universitaria era emerso che gli specializzandi di ortopedia facevano più ore del dovuto, con periodi di lavoro prolungati e senza i dovuti giorni di pausa.
Una questione inoltrata all’ispettorato del lavoro.
«Molti ospedali utilizzano a pieno gli specializzandi, così però non va bene – dice Stefano Magnone, segretario regionale di Anaao Assomed, il sindacato dei dirigenti medici – anche fossero giovani medici in formazione assunti tramite decreto Calabria, fatto che consente alle Asst una maggiore autonomia gestionale, si tratterebbe di una dinamica poco retta. La presenza di un medico specialista in sala operatoria è sempre da garantire».
«E’ giusto che gli specializzandi partecipino alle operazioni, per imparare, ma non per sostituire il chirurgo – dice Andrea Duca, rappresentante regionale di Anaao giovani – da norma non si può, anche a tutela dei pazienti. Certo è vero che molti reparti in mezza Italia soffrono la carenza di specialisti e vedono nei mesi allungarsi le liste d’attesa».
E aggiunge: «In tal senso gli specializzandi sono di sicuro una risorsa importante, tanto più alla fine del corso e per interventi semplici e di routine, non rischiosi».
«A mio parere si potrebbe, anno dopo anno, certificare alcune competenze da mettere nero su bianco così da permettere anche agli specializzandi di venire impiegati in maniera ufficiale e formale nelle sale operatorie, con tutte le sicurezze del caso».
Tutela dei pazienti
Anche il tribunale del malato di Como ha intenzione di interessarsi del caso, tramite l’associazione di cui fa parte Cittadinanza Attiva.
Nel frattempo anche l’Asst Lariana sollevato il caso ha avviato delle verifiche interne per accertare con precisione i contorni di quanto, stando alle segnalazioni, accade nei blocchi operatori.
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