Stangata sulle scuole comasche a causa del caro energia: costi quadruplicati

L’emergenza Comune costretto a rivedere il bilancio mentre la Provincia teme il salasso sui riscaldamenti: «Se le cifre restano queste, non potremo affrontarle»

Il Comune per l’energia rischia di spendere quattro volte tanto e perciò mette da parte i risparmi per le bollette dell’autunno. La Provincia invece teme per i riscaldamenti delle scuole.

La nuova amministrazione comunale, alla ripresa dei lavori del consiglio a settembre, intende portare in aula un’importante variazione di bilancio, attesa già a luglio. Tra le misure anche dei risparmi per far fronte al caro energia.

«Siamo molto attenti al tema – dice Monica Doria, l’assessore con la delega al bilancio – è una priorità assoluta. Nella prossima variazione che attueremo nella parte corrente stiamo valutando di accantonare una cifra per far fronte ai maggiori costi energetici. Ci sono dei contributi statali per gli enti pubblici e degli aiuti ancora in fase di definizione quindi non posso azzardare numeri esatti. Ma è chiaro che l’energia potrebbe presto costare di più». Qualche esempio. Oggi l’amministrazione per illuminare le strade ha stanziato 1,7 milioni di euro, dall’autunno la previsione di spesa sale a 3,4 milioni di euro. Il kilowatt ora da 0,15 euro è già salito a luglio a 0,42, tre volte tanto, gli uffici da ottobre fanno i conti con 0,6 euro, quattro volte tanto. E poi ci sono i riscaldamenti da riaccendere.

Conti da rivedere

Sono già molti i Comuni che hanno lanciato l’allarme perché i bilanci, colpa del caro energia, rischiano di saltare. Di conti si è discusso anche ieri in giunta. «Siamo al lavoro – spiega Maurizio Ciabattoni, assessore con delega alle politiche energetiche – stiamo calcolando dati e previsioni certe per poi discutere possibili nuove misure». Tradotto, un piano energetico per risparmiare. Altre città immaginano una stretta ai termosifoni, agli orari degli uffici e alle luci la sera. La partita è importante, il Comune di Como solo in energia spende circa tre milioni di euro l’anno.

La Provincia di Como invece per i riscaldamenti spende circa tre milioni e mezzo di euro. All’ente che ha sede a villa Saporiti fanno capo circa 50 edifici, in nove casi su dieci si tratta di scuole. Proprio i riscaldamenti delle superiori sono rischio colpa delle bollette pronte a raddoppiare. Il presidente Fiorenzo Bongiasca a tal proposito ha incontrato lunedì i suoi colleghi lombardi e italiani. L’associazione nazionale dei Comuni e l’Unione delle province, Anci e Upi, hanno già chiesto un intervento dello Stato per fermare il rincaro dei prezzi dell’energia. Altrimenti i bilanci rischiano di saltare. «Preoccupa la riaccensione dall’autunno dei riscaldamenti delle scuole – commenta Bongiasca – la speranza è che, essendo un problema comune, si riesca tutti insieme a trovare delle soluzioni».

Villa Saporiti, meno introiti

Il bilancio della Provincia quest’anno ha visto un forte calo di uno dei suoi principali incassi, la tassa di immatricolazione delle auto. La flessione, pari a circa il 20%, si traduce in una ventina di milione di euro stimati in meno per il 2022. È una delle conseguenze della crisi internazionale.

«È chiaro che se in autunno saranno confermati simili aumenti sull’energia non saremo in grado di farvi fronte - spiega il dirigente provinciale Bruno Tarantola – dunque confido che il governo e l’Europa prendano dei provvedimenti. Noi abbiamo un contratto tramite Consip, la centrale d’acquisti pubblica ministeriale. I costi devono essere perciò trattati direttamente a livello centrale. Per ora i prezzi non sono esplosi, ma è difficile fare previsioni da ottobre. In compenso, se è vero che abbiamo incassato poco dalle immatricolazioni delle auto, la buona notizia è che dal Pnrr abbiamo ottenuto 25 milioni di euro da spendere nella quasi totalità in efficientamento energetico».

Dunque in prospettiva interventi sulle scuole, per sistemare serramenti e coperture. Già all’interno del contratto per la fornitura d’energia una parte è legata ad investimenti sugli edifici. In particolare sugli istituti che consumano più energia, su tutti il Setificio.

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