
Cronaca / Como città
Mercoledì 25 Giugno 2025
«stiamo crescendo
il bene del territorio
la nostra priorità»
viviamo tempi di incertezze e precarietà relazionali e sociali, dunque il mandato della Fondazione provinciale della Comunità Comasca deve essere radicato nei valori dell’attenzione al territorio, alle fragilità, con una capacità generativa, come un’isola di certezza in mezzo ad un oceano agitato. Con questa riflessione ha esordito Francesco Pizzagalli, noto imprenditore comasco eletto nuovo presidente dalla Fondazione un mese fa.
È proprio questa la vocazione della Comunità Comasca?
La Fondazione nasce con questo obiettivo: dare vita ad esperienze sociali sul territorio con particolare riferimento a situazioni di disagio e fragilità. Questo è stato il faro che ha illuminato il cammino sin qui fatto, un lavoro che ha fatto diventare la nostra realtà un soggetto importante per Como, anzi fondamentale.
Le prossime priorità?
Sono diverse, intanto dobbiamo riuscire a dare continuità al lavoro svolto che a mio giudizio è stato straordinario. E poi credo occorra far conoscere nuovamente a tutti la Fondazione, il potenziale che può offrire. Non siamo una realtà statica, ma in continuo movimento, al passo con una società che cambia e che ha nuovi bisogni e necessità, economiche, politiche e sociali. Anzi, la mia principale preoccupazione è che i comaschi conoscano questo strumento, oggi più prezioso perché opera in un contesto sempre più difficile.
Giusto: cosa fa la Fondazione per i comaschi?
Prendiamo il 2024, le cito un dato per avere contezza. La Fondazione nei precedenti dodici mesi ha raccolto ben 2.555 donazioni per un totale pari a quattro milioni e 164mila euro. Di questi sono stati già erogati sempre nel 2024 due milioni e 610mila euro a favore di 191 progetti presentati da enti no profit di Como e provincia. Assistenza sociale, sport, giovani, disabilità, arte, cultura i nostri ambiti di intervento. Tante piccole luci che messe insieme fanno sistema.
Siamo generosi?
Questo territorio ha un potenziale incredibile di cui non è a conoscenza, nell’ultimo anno sono stati aperti tramite noi 150 fondi, degli investimenti fatti per la comunità da imprese, famiglie, associazioni, risorse a adesso disposizione della società comasca.
Esempi virtuosi?
Ho appena ascoltato i giovani delle Youth bank, dei ragazzi e delle ragazze che presentano progetti per altri giovani loro coetanei. Da quando sono in carica, poco più di un mese, abbiamo già distribuito valore per sostenere una quarantina di questi progetti. Non c’è solo l’aperitivo alla sera, nelle nostre comunità ci sono giovani e adulti uniti da stessi ideali pronti a condividere per tutti dei valori. Gente attenta al prossimo che dà un senso alla vita in un contesto non facile. E poi c’è lo sport.
“Dai Como...”?
Sosteniamo con la raccolta fondi “Dai Como” piccole società sportive che rappresentano una esperienza formativa per i nostri bambini preziosa, realtà che non devono sparire o diventare mere attività commerciali. Sono luoghi d’incontro che non hanno pari per la crescita delle nuove generazioni. Il progetto Dai Como ha un passo in più.
Ma oggi non siamo più egoisti rispetto a ieri?
Se guardiamo i nostri dati non abbiamo mai avuto momenti negativi, è un costante e continuo crescendo. Il Covid ha segnato una svolta, nei mesi più tragici c’è stata una mobilitazione straordinaria. Promosse le campagne per aiutare sanitari e ospedali abbiamo compreso l’importanza del dono, è una spinta che non si è esaurita.
I comaschi sanno donare?
L’importanza del concetto di dono non è secondaria per il futuro della nostra comunità e come Fondazione abbiamo anche organizzato un master per formare promotori del dono. Persone preparate che aiutano enti e realtà no profit a ricevere sostegno.
Il teatro Nuovo di Rebbio?
È un esempio di improvvisa generosità, in breve tempo i comaschi con la Fondazione si sono dimostrati pronti a riaprire il teatro del quartiere. Ma ogni esperienza ha elementi in comune, tali da scoprire disponibilità e consapevolezza da parte della cittadinanza. Di recente come Confindustria abbiamo attivato un fondo sui temi in particolare della formazione e della fragilità. La partecipazione è stata tale che il fondo è stato raddoppiato, soprattutto a sostegno delle fragilità e sta andando talmente bene che stiamo immaginando di aprire un altro fondo. Hanno partecipato oltre 45 soggetti diversi volendo dare un contributo utile a tutti.
Como è ancora ricca?
Ripeto, questo territorio ha delle ricchezze straordinarie che però non conosce fino in fondo e che meriterebbero di essere riscoperte, dovremmo tutti crederci di più. La nostra esperienza come Fondazione comunitaria è molto peculiare in termine di partecipazione e sostegno anche rispetto al resto del panorama lombardo. Siamo davvero un’isola sicura in mezzo ad un oceano agitato, siamo un luogo che permette a tutti di rimettersi in viaggio con nuovi aiuti e stimoli.
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