Tavolini, il Comune cambia tutto: meno spazi all’aperto e mille divieti

Dehors Il nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico sarà discusso in consiglio. I titolari dovranno adeguare gli arredi e riorganizzare anche il servizio. Niente divani o panche

Meno spazio all’esterno, concessioni più brevi, niente tavolini e sedie sotto i portici e ancora regole ferree sugli arredi per tipologia e colori (con l’addio a divanetti, paravento, mobiletti, cestini, panchine e decorazioni varie), sui porta menù e persino sulle tovaglie.

Nuove regole

Sono questi, a grandi linee, i contenuti del nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico voluto dal sindaco Alessandro Rapinese (aveva dichiarato di volere «mettere ordine») che dovrà ora essere discusso in consiglio comunale, dopo il passaggio in commissione previsto per mercoledì 17 andando a modificare parti del “Regolamento per la disciplina dell’occupazione degli spazi pubblici e dell’esposizione pubblicitaria e del relativo canone patrimoniale e per la disciplina del canone di concessione per occupazione di aree e spazi a mercati realizzati anche in strutture attrezzate” del 2021 (già oggetto di modifiche nel 2022).

Interventi che si vanno ad aggiungere alla stretta già approvata a fine ottobre sulle strutture “fisse” con la modifica al Regolamento edilizio e la disposizione che potranno rimanere solo nei sei mesi invernali e poi smontate.

Partendo dagli aspetti più “visibili” il nuovo articolo 31 prevede che la parte di suolo pubblico in concessione potrà essere al massimo 2 volte la superficie di somministrazione interna del locale (esclusi bancone, retrobanco, servizi igienici, corridoi, locali tecnici) e non dovrà superare i 90 mq. La metà rispetto all’attuale regolamento che, invece, prevede che i tavolini possano avere una superficie fino a 4 volte quella interna. Non solo. L’articolo 32 fa sparire completamente tavoli, sedie e altri arredi dai portici. Questo vale dappertutto, da via Pretorio a via Ballarini, da piazza San Fedele a piazza Cavour a piazza Duomo a via Fontana, per fare degli esempi. In via Plinio era invece già vietato. Nelle zone vincolate e in centro storico le occupazioni saranno inoltre subordinate a specifiche prescrizioni della giunta. L’articolo 33 avrà un impatto anche economico sui titolari, che dovranno adeguare gli arredi e riorganizzare, in qualche caso, il servizio. Non saranno più i proprietari delle attività a poter scegliere (come oggi) i colori tra alcune proposte (tonalità scure di verdi, marroni e grigi), ma dovranno rispettare il regolamento che prevede esclusivamente «tavoli e sedie con schienale, a quattro gambe, in metallo verniciato di colore antracite; sono vietate le panche, gli sgabelli, i divani ed i pouf». Gli ombrelloni dovranno avere una sola gamba, avere un’altezza massima di 250 centimetri, ma soprattutto essere amovibili «con telo in tessuto di colore chiaro RAL 1013».

I colori

Finora era sufficiente scegliere tra le tonalità comprese tra il bianco e il beige, mentre nelle nuove norme viene indicato anche il ral della cartella colori. I porta menù dovranno avere un ingombro massimo di 44 per 35 e altezza di 120 centimetri «in forma di leggio colore antracite, recante esclusivamente l’indicazione del menù offerto». Niente immagini (è vietato anche ora) e obbligo di indicare il menù in almeno due lingue (italiano e inglese). Eventuali fioriere, solo per la sicurezza legata al passaggio di veicoli, dovranno essere tassativamente in metallo verniciato grigio antracite come tavoli e sedie e viene indicata anche l’altezza massima delle essenze. Tolleranza zero persino per le tovaglie. Addio a quelle scozzesi o disegnate. Il comma 1.ter dell’articolo 33 dice testualmente: «Eventuali tovaglie dovranno essere in carta o tessuto in tinta unita». Vietati pure cestini, porta rifiuti, qualsiasi tipo di mobile, banchi, spillatrici, ma anche paraventi, griglie, teli laterali, pedane, canaline e passacavi, fiori finti.

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