Taxi boat, che affari. Ma su Sant’Agostino si lavora allo stop

L’inchiesta Oltre mille euro per quattro ore di tour e fino a un migliaio di imbarchi nel corso del weekend. Entro fine mese scatteranno i nuovi limiti di velocità

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La squadra della Polizia nautica della Questura ferma per controlli un taxi boat strapieno di turiste. A bordo dodici persone, di nazionalità diverse. Gli agenti controllano i documenti del conduttore, quindi quelli relativi ai contratti siglati con le clienti. Quattro differenti contratti per altrettanti gruppi e un guadagno complessivo di oltre mille euro (carburante escluso) per un tour di quattro ore fino a Varenna.

I giri in barca per turisti sul Lago di Como sembrano come certe vene trovate nelle miniere del Klondike dai cercatori d’oro a cavallo tra 18esimo e 19esimo secolo. Un giro d’affari da decine di migliaia di euro al giorno che, nel fine settimana, arriva a cifre da capogiro. Basti pensare che, stando a un calcolo giocoforza a spanne (meglio sarebbe quindi parlare di una stima, peraltro in difetto), nel corso del weekend da Como s’imbarcano un migliaio di persone sui motoscafi delle società da diporto. Imbarchi che avvengono tutti al molo di Sant’Agostino dove, è risaputo, il traffico in alcune fasce di orario si fa insostenibile.

E infatti il Comune di Como sta lavorando da tempo a una chiusura del pontile alle società di taxi boat. L’idea è affidare il pontile stesso alla Guardia di finanza, per i propri mezzi, e in questo modo lo si sottrarrebbe alla disponibilità di chi organizza tour turistici sulle acque del Lario. Già in passato il Comune aveva cercato di vietare l’utilizzo del piccolo porto per motivi turistici. Ma l’ordinanza contro il caos barche firmata dal sindaco Rapinese nell’estate di due anni fa, era stata sospesa dal Tar di Milano.

Incerti i tempi di intervento, ma Palazzo Cernezzi - che nelle scorse settimane era intervenuto con un’ordinanza contro i cosiddetti buttadentro, ovvero i procacciatori di clienti che cercano di abbordare i turisti sul lungolago - vuole trovare il modo di bloccare l’utilizzo del pontile di Sant’Agostino come carico e scarico di turisti.

I limiti di velocità

In attesa di questo intervento, c’è un altro provvedimento ben più urgente, deciso in sede di Comitato in Prefettura esattamente una settimana fa, e sul quale sta lavorando sempre il Comune di Como: un’ordinanza per limitare la velocità delle imbarcazioni a ridosso della costa in tutto il primo bacino.

Oggi la normativa regionale per le acque interne prevede questi limiti: nella fascia costiera, da zero a 50 metri dalla riva, è consentita la navigazione entro un massimo di 5 nodi (pari a poco più di nove chilometri orari). Peraltro in questa fascia è vietata la navigazione parallela alla costa, ma è consentito solo l’allontanamento dalla stessa oltre i cinquanta metri.

Tra i cinquanta e i 150 metri la velocità massima è di 10 nodi (18 km orari) e in centro lago (ovvero oltre i 150 metri) non si possono superare i 27 nodi, che equivalgono ai cinquanta chilometri orari su strada.

I permessi

I nuovi limiti di velocità nella fascia più a ridosso della costa dovrebbero scendere ad appena 2 nodi in tutto il primo bacino e fino a Tavernola. Questo, fanno notare le forze di Polizia impegnate quotidianamente a vigilare le acque del Lario, agevolerà l’identificazione di chi non rispetterà questi limiti di velocità.

Nel frattempo la Prefettura avvierà confronti con la Regione Lombardia per comprendere se e come intervenire sul fronte del rilascio delle autorizzazioni per il trasporto di turisti a bordo delle barche. Com’è noto negli ultimi tre anni le società che fanno diporto per turismo sono aumentate di oltre il mille percento e, a febbraio, erano arrivate a 375 realtà imprenditoriali attive.

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