«Ti pago se minacci mia suocera». Comasco patteggia due anni per stalking: eviterà il carcere, ma solo se frequenta un corso antiviolenza

La sentenza Nel maggio scorso un giovane si era presentato a casa di una pensionata: «Non vorrei, ma suo genero vuole che la minacci»

Due anni di carcere, che potrà evitare solo se si sottopone a un percorso di antiviolenza. È la pena patteggiata da un cinquantenne comasco - di cui omettiamo il nome solo per tutela della vittima - accusato di stalking ai danni dell’ex moglie, dalla quale si era separato da poco. Una storia particolarmente intricata, di cui si è parlato - anche a livello nazionale - nel maggio di un anno fa, dopo che la donna aveva tempestato di lettere di protesta decine di figure istituzionali, a partire dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

L’accusa indubbiamente più seria, a carico dell’uomo, è quella di essersi rivolto a un pregiudicato - ora in carcere, per altre vicende - per chiedergli di trovargli una persona disposta a dare una lezione e minacciare l’ex suocera. Quella persona è stata individuata in un giovane senegalese, senza fissa dimora, che lo scorso inverno ha suonato al campanello di casa della donna per dirle: «Sono qui a farle del male, mi ha mandato il suo ex genero. Ma io non voglio».

L’inizio di una telenovela sfociata nell’indagine penale - e pure nell’arresto del cinquantenne comasco - risale al finire dell’estate di due anni fa quando marito e moglie formalizzano la separazione in Tribunale a Como. Quello stesso giorno la donna - che è medico ospedaliero - si presenta in pronto soccorso dicendo di essere stata aggredita con una testata dal marito. E formalizza una denuncia alla Procura (pm Giuseppe Rose) il chiede al gip un provvedimento di allontanamento coatto.

Il giudice (Carlo Cecchetti) non lo concede, sottolineando come l’intero quadro era viziato dalla presenza di querele reciproche in una separazione molto litigiosa. Peraltro il pronto soccorso aveva evidenziato uno stato di stress e agitazione della donna, ma nessun segno di lesioni.

Nei mesi successivi sono arrivate nuove querele. Con tre episodi denunciati. Il primo, inizio primavera scorsa: di fronte a uno dei figli l’ex marito parte con una serie di minacce. E urla (secondo ll’accusa): «Vi ammazzerò tutti, ho già contattato delle persone che lo faranno». Il secondo, un mese prima dell’arresto: urta e danneggia dolosamente l’auto dell’ex suocera. Il terzo, la visita del giovane senegalese a casa della madre dell’ex moglie.

Ora l’uomo ha deciso di patteggiare - davanti al giudice Walter Lietti - due anni di reclusione (pena sospesa, a condizione di seguire gli incontri antiviolenza) per stalking. Mentre la Procura ha notificato l’avviso di chiusura indagini per le accuse di maltrattamenti che risalgono, ormai, a oltre un anno fa e sulle quali il gip aveva espresso delle perplessità. A quanto pare il pubblico ministero intende comunque procedere con la formalizzazione dell’accusa.

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