Ticino, benzinai senza clienti
«Il governo abbassi le tasse»

Confine Berna attiva controlli sulla conformità dei prezzi dei carburanti. Ma dopo il taglio delle accise in Italia, i pendolari del pieno sono scomparsi

In attesa di capire in che modo il Governo federale deciderà di intervenire - con il nullaosta obbligatorio del Parlamento - per arginare l’esodo verso l’Italia per il pieno di carburante, nella vicina Confederazione si è mosso in queste ore con i crismi dell’ufficialità “Mister Prezzi”, vale a dire il sorvegliante (nominato dal Governo) che vigila affinché le grandi imprese non approfittino delle posizioni dominante per imporre o mantenere prezzi non conformi.

E insieme a “Mister Prezzi” anche la politica - attraverso l’Udc e il Ppd - ha chiesto a Berna di serrare i ranghi, considerato che dalle zone di confine (ma non solo) giungono quotidianamente immagini di distributori deserti o quasi, con quel meno 20 centesimi al litro in favore dell’Italia (dopo la proroga del taglio sulle accise e sull’Iva del carburante deciso dal nostro Governo sino all’8 luglio) che al momento pesa come un macigno sui distributori ticinesi di confine.

Le oscillazioni di prezzo

Ma andiamo con ordine. “Mister Prezzi” ha ufficialmente avviato un’indagine legata ai costi del carburante e questo perché le oscillazioni di prezzo anche tra distributori vicini uno all’altro spesso superano i 15 centesimi e il discorso non vale solo per Mendrisiotto e Luganese, ma anche per altre zone di confine.

In linea di principio, “Mister Prezzi” avrebbe fatto notare che oltreconfine sta avvenendo l’esatto contrario rispetto a quelli che dovrebbero essere i principi della concorrenza, in base ai quali i distributori avrebbero dovuto essere “in gara” per abbassare i prezzi. Così non è avvenuto, anche se il problema - è bene rimarcarlo - è a monte dei distributori. Da qui l’indagine di “Mister Prezzi”, che ai microfoni della Rsi ha fatto sapere di voler indagare «su cosa succede alla benzina prima che arrivi ai distributori» e soprattutto «su quali ostacoli ci sono rispetto alla concorrenza». Insomma, secondo “Mister Prezzi” servirebbe «la massima trasparenza».

Il suo è comunque il primo atto ufficiale da parte delle autorità preposte dopo la decisione dell’Italia (poi rinnovata) di tagliare le accise sulle accise e sull’iva del carburante, facendo precipitare del 90% gli incassi dei distributori ticinesi di confine.

Il taglio delle accise

L’Udc, con il consigliere nazionale Piero Marchesi , negli ultimi giorni ha nuovamente invitato il Governo ad intervenire, fornendo anche una “ricetta” improntata al massimo pragmatismo: «Su ogni litro di benzina, la Confederazione incassa 1,20 franchi tra tasse e Iva. Se per un certo periodo prelevasse “solamente” 0,80 franchi sarebbe più che sufficiente». Da qui la richiesta di «ridurre le tasse sul carburante». Ieri su questa spinosa vicenda è intervenuto anche il deputato del Ppd, Marco Romano , che al Governo federale ha suggerito di introdurre il modello austriaco, «dove da 11 anni è attiva una piattaforma pubblica on line che permette al consumatore di trovare nella propria regione il distributore più economico cui rivolgersi».

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