Treni, ieri il delirio e oggi è peggio: 14 ritardi e 8 cancellazioni prima delle 16. Pendolari comaschi furiosi

Trenord Ritardi medi di mezz’ora per la linea da San Giovanni. Problemi anche da Como Lago. Molti viaggiatori obbligati a rinunciare e a prendere l’auto

Treni, ancora disastri. Per i pendolari la situazione è «disastrosa».

Ieri, stando alle comunicazioni fornite da Trenord, è stato un guasto alle infrastrutture a Desio a paralizzare i treni per mezza mattina. Oggi un guasto a un passaggio a livello a Seregno sta provocando ritardi medi di 30 minuti sulla tratta da Como San Giovanni a Milano. Ma non è che la situazione sulla linea da Como Lago a Cadorna sia molto migliore.

Cominciamo con la situazione aggiornata. Come detto problemi sulla linea da Como San Giovanni. Cancellati il treno delle 6.47 da Chiasso a Como e quello delle 7.10 da Como a Chiasso. Si segnalano ritardi sui treni in partenza da Chiasso delle 6.31 e, di nuovo, da Como San Giovanni delle 6.49 (che si è fermato a Porta Garibaldi anziché raggiungere Milano Centrale) e delle 7.03. A questi si aggiunge il treno 25509 delle 7.31 da Chiasso.

Sulla linea da Como Lago: il treno 2118 delle 6.56 da Camerlata a Cadorna arriva 15 minuti dopo perché ha accumulato un ritardo in partenza dal deposito. Ritardo di un quarto d’ora anche per il treno partito da Cadorna alle 7.13 e diretto a Lago.

Cancellato per un guasto il treno 24221 delle 6.59 da Mariano Comense a Milano Rogoredo. Ma non finisce qui: il treno 2121, previsto in partenza da Milano Cadorna per le 8.13 e con arrivo a Como Lago alle 9.14, e il treno 2134 con partenza da Como Lago alle 9.46 e arrivo a Milano Cadorna previsto per le 10.48 non verranno effettuati. La causa, di nuovo stando a quanto segnalato sull’app di Trenord, è un guasto al convoglio.

Con l’avanzare delle ore, la mattinata di mercoledì 17 gennaio si fa sempre più difficile per i pendolari comaschi: il treno 1128 partito alle 8.46 da Como Lago ha viaggiato con 12 minuti di ritardo per via dello spostamento della sede di incrocio tra treni, un provvedimento che l’app di Trenord segnala come necessario «per questioni di pubblica sicurezza segnalata». Ma dopo le 8.30 sono stati altri due i treni cancellati: quello previsto da Milano Porta Garibaldi alle 8.39 e diretto a Chiasso, così come quello che sarebbe dovuto partire da Chiasso alle 10.13, direzione Milano Porta Garibaldi. In ritardo anche il treno partito da Milano Cadorna alle 9.43 e diretto a Como Lago, così come quello partito da Chiasso alle 9.13, che prima di raggiungere Milano Porta Garibaldi ha accumulato ben 25 minuti di ritardo.

Sono saliti a 8 i treni cancellati nella sola giornata di oggi, mercoledì 17 gennaio, con l’annullamento della corsa prevista in partenza da Como Lago alle 14.46. Mentre prima delle ore 16 di oggi la quota di treni in ritardo sulle linee che collegano Como e Milano è salita a 14: a quelli precedentemente elencati si sono aggiunti quello partito alle 14.39 da Porta Garibaldi, quello partito da Como San Giovanni alle 13.49 e diretto a Rho, il 1148 con partenza alle 13.46 da Como Lago, il treno delle 13.43 da Milano Cadorna e il treno delle 13.31 da Chiasso.

Anche ieri decine di treni già dall’alba non sono partiti oppure hanno viaggiato con grave ritardo. In entrambe le direzioni, già alle cinque e mezza del mattino. Per restare alle corse più frequentate per esempio a San Giovanni il treno delle 6.36 è arrivato con mezz’ora di ritardo in composizione ridotta. Con la metà dei posti a disposizione i viaggiatori si sono ammassati in piedi anche in prima classe. Il successivo treno delle 7.03 è stato cancellato e la corsa delle 7.36 ha avuto anche quella circa trenta minuti di ritardo.

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Situazione disastrosa

Alcuni treni da Chiasso sono stati fatti partire direttamente dalla stazione di Como. I pendolari che di corsa hanno provato a riversarsi sull’altra linea, quella delle Nord, hanno trovato a Como Borghi il treno delle 7.10 puntualmente cancellato, come ormai da qualche mese capita con una frequenza davvero fastidiosa. Questa soppressione non ha nulla a che vedere con i guasti nel monzese, ma è dovuta ad un non meglio specificato «guasto tecnico». Prima da Milano il treno in arrivo alle 6.39 si è fermato anzitempo, a Camerlata. Retrocedere il capolinea o far partire dalle stazioni successive le corse è un altro fatto che accade sempre più spesso e che fa non poco arrabbiare gli abbonati. I pendolari sono stufi, disagi e ritardi si sono accavallati su diverse linee. Nei vari comitati pendolari la mattinata di ieri è stata descritta come «delirante» per un servizio ormai «disastroso». Anche al ritorno la sera il treno delle 17.43 per San Giovanni per esempio aveva poche carrozze, mentre la sera precedente altri guai verso Como lago con il capolinea non rispettato.

Scelte politiche sbagliate?

«Ci fanno disperare – commenta Ettore Maroni, rappresentante dei pendolari sulla Chiasso Milano – cancellazioni, ritardi, composizioni ridotte e treni che non rispettano il capolinea. Anni fa una soppressione era una vera onta, adesso è routine. Gli ultimi mesi sono stati un disastro». I Tilo fino a Chiasso viaggiano in orario, poi secondo i pendolari il proseguimento in Lombardia incontra troppo spesso ostacoli. «Nonostante l’abbonamento tante mattine bisogna tornare a casa e prendere la macchina – dice Valerio Pasca, pendolare diretto in Svizzera –, i treni del mattino hanno una irregolarità incredibile e prendere la coincidenza oltre confine è quasi impossibile. La situazione è penosa».

«Guasti come quelli di ieri si traducono in ore di ritardi e cancellazioni – spiega Andrea Mazzucotelli, rappresentante dei pendolari del nodo di Saronno eletto dai comitati e riconosciuto dalla Regione – lavoratori e studenti sono stufi, non riescono ad arrivare in tempo in azienda e agli esami. L’impressione è che nonostante l’arrivo dei nuovi treni annunciati manchi materiale rotabile. Ma sui treni sono state fatte delle scelte politiche sbagliate». I pendolari si lamentano anche per le condizioni delle stazioni, spesso fredde e non presidiate. Anche le fermate centrali come San Giovanni sembrano abbandonate, con lavori fermi e mai conclusi. «Il periodo tra ottobre e dicembre per noi è stato un inferno – commenta Giovanni Galimberti per la Como Lecco – adesso confidiamo che le cose funzioni meglio».

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