Truffe agli hotel di lusso: così il finto tecnico fa sparire gli incassi

L’inchiesta Conti da decine di migliaia di euro fatti sparire tramite le piattaforme di intermediazione - Si moltiplicano le segnalazioni, indaga la Polizia postale

Como

Il mondo delle truffe non conosce confini ed ora, a finire nel mirino, sono stati gli hotel del lusso (ma non solo) della provincia che in queste ore hanno contattato la polizia postale di Como segnalando un nuovo tipo di raggiro con cifre importanti (quelle che i clienti avevano versato per le vacanze) scomparse nel nulla in un attimo.

Si tratta di somme notevoli: basti dire che in uno dei casi segnalati da un albergo cittadino, i clienti avevano sborsato 30 mila euro per il soggiorno sul lago, denaro che però è finito nelle tasche dei truffatori. I conteggi complessivi di quanto denaro sarebbe scomparso sono ancora in corso (si parla di un secondo “scippo” da almeno 10 mila euro e di un terzo da 5 mila euro) ma come detto le denunce e le segnalazioni stanno ancora arrivando negli uffici della postale da alberghi di prestigio ma, pare, anche più alla portata.

Piattaforme web

Del tutto inedito è il metodo utilizzato dai malviventi per far sparire questi contanti che i clienti avevano già versato e messo a disposizione degli hotel. Facciamo però un passo indietro: stando a quanto è stato possibile appurare, gli alberghi che sarebbero stati raggirati in queste ore utilizzerebbero (per parte delle camere) un servizio di prenotazione appoggiandosi su piattaforme che fanno da intermediarie con le agenzie turistiche. Insomma, per cercare di rendere l’idea, la collocazione degli hotel su queste piattaforme fornirebbe una sorta di garanzia sia alle agenzie tramite cui vengono prenotati i pernottamenti, sia agli hotel sui pagamenti dei clienti.

Non era questo però l’obiettivo dei malviventi che puntavano invece al metodo di pagamento. Perché queste piattaforme di intermediazione metterebbero a disposizione degli hotel in anticipo le somme necessarie per le vacanze, caricandole su una sorta di carta di credito a tempo cui è possibile attingere – per saldare il conto – nei giorni della effettiva permanenza del turista in città, diciamo dal check-in al check-out.

Aggiornare i sistemi

Con questo sistema insomma, le strutture ricettive si troverebbero già il pagamento per la vacanza caricato su queste carte da cui poi pescare per il saldo di quanto speso. La truffa si sarebbe innestata in questo preciso punto. Perché gli alberghi colpiti, in questi giorni, avrebbero ricevuto una mail da un fantomatico servizio di assistenza di queste piattaforme di intermediazione, facendo presente la necessità di aggiornare i sistemi e preannunciando un collegamento di un loro operatore per poter fare i lavori. E la chiamata arrivava davvero, fatta da un finto tecnico che interloquiva con l’albergo presentandosi come «l’assistenza» e chiedendo di potersi collegare al pc della struttura ricettiva attraverso un programma di controllo da remoto. Una volta avvenuto questo passaggio, iniziava la seconda parte della truffa aperta dalla frase: «Mi lasci dieci minuti che sistemo tutto».

Solo che quel “sistemare tutto” altro non era che accedere a tutte queste carte già caricate con i soldi delle vacanze e non ancora prelevati dagli hotel per poi farli sparire del tutto. Soldi che i clienti avevano già versato e che al posto di finire nei conti degli alberghi hanno poi preso altre direzioni. Per importi, come detto, anche importanti. Basti dire che in poche ore alla polizia postale sarebbero arrivate segnalazioni complessive (solo dalla città) ben superiori ai 45 mila euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA