Turismo, in città un rallentamento. «Ci aspettavamo più prenotazioni»

I dati A novembre occupazione sopra l’85%, poi un dicembre più debole con solo il 50%. Leoni: «La Città dei Balocchi muoveva tantissime persone, ora l’afflusso è più moderato»

La destagionalizzazione a Como non è più soltanto un auspicio: negli ultimi anni la città ha costruito una presenza turistica sempre più costante, capace di superare la tradizionale distinzione tra alta e bassa stagione. A confermarlo sono i dati degli operatori del settore, che però segnalano anche un dicembre più debole del previsto.

Il calo

«Como è ormai una città aperta tutto l’anno» spiega Luca Leoni, presidente degli albergatori di Confcommercio Como e vicepresidente di Federalberghi Lombardia. «Ci sono mesi ormai acquisiti da tempo: a novembre abbiamo registrato un’occupazione sopra l’80-85%, un risultato molto positivo». Il calo è arrivato con l’inizio di dicembre: «Questo weekend abbiamo lavorato intorno al 50%. Il mese è molto più calmo, sicuramente più di quanto ci saremmo aspettati dopo un novembre così forte». Leoni porta anche il confronto con altre strutture del territorio: «Ho parlato l’Hotel Barchetta e con Villa d’Este: a novembre hanno avuto un leggero calo, con un’occupazione al 70%, mentre altri alberghi erano all’80%. Novembre è andato bene, dicembre è in linea con gli altri anni. Sotto le feste si riempiono tutti. Direi che è la conclusione di una buona stagione». Ma la cautela resta: «Per capire davvero il ritorno delle strategie di destagionalizzazione serviranno ancora tre o quattro anni. Si può dire che ormai in città il turismo è annuale, siamo discretamente soddisfatti».

Uno dei nodi resta il ridimensionamento rispetto all’era della Città dei Balocchi: «Quel periodo muoveva tantissime persone. Ora, pur con diverse iniziative, l’afflusso è più moderato». Le previsioni restano comunque buone per le festività: «Dal 23-24 dicembre in avanti ci aspettiamo un’ottima occupazione». Nessun effetto, invece, dall’onda olimpica: «Le Olimpiadi incideranno a febbraio, non certo adesso».

Un quadro analogo arriva anche dalla Camera di Commercio attraverso il vicepresidente della Camera di Commercio di Como e Lecco, Giuseppe Rasella: «Il bel tempo ha aiutato, i segnali sono incoraggianti, ma parliamo ancora di un turismo mordi e fuggi, fatto soprattutto di weekend e soggiorni brevi». I numeri, soprattutto a dicembre, restano contenuti: «Molte strutture non hanno riscontrato abbastanza prenotazioni per aprire. Il cosiddetto effetto olimpico, ad oggi, non si vede».

Programmazione

Il nodo resta la programmazione: «La città si sta organizzando, ma servirebbe maggiore continuità di eventi tra fine novembre e metà gennaio. Mobilità e servizi, aperture invernali delle ville, collegamenti, sono elementi fondamentali».

Guardando ai prossimi anni, Rasella indica la rotta: «Il miglior investimento sarà programmare con largo anticipo. Il lago di Como gode di un enorme successo, frutto di promozione, investimenti e di un’immagine internazionale forte, e ora c’è un nuovo acceleratore: il Calcio Como, una porta verso Asia e mercato globale».

La destagionalizzazione, insomma, è avviata. Ma perché diventi davvero strutturale, Como dovrà recuperare proprio il mese che oggi resta più fragile: dicembre.

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