Turismo, l’altra faccia
Le sedie della movida
sono tutte da buttare

Piazza Volta Gli arredi in legno installati nel 2016versano in condizioni di completo deterioramento. E anche il porfido in diversi punti si sta sollevando

Como

Nel cuore della città turistica, in quella piazza Volta che l’eterno cantiere del lungolago ha trasformato con il tempo nel fulcro delle notti comasche, gli arredi urbani sono da buttare.

Panchine e sedie della piazza che porta il nome dell’inventore della pila non hanno avuto vita facile da quella primavera del 2016 in cui la giunta Lucini ne ridisegnò completamente l’assetto. Operazione riuscita, la piazza è stata recuperata alla fruizione di pedoni, comaschi e turisti, e rivitalizzata (a volte fin troppo) da un fiorire di esercizi commerciali che non smettono mai di richiamare gente.

Legno per barche

Di tutta questa operazione, anche alla prova del tempo, gli arredi furono e sono l’elemento più sofferto. In questi giorni offrono un pessimo spettacolo di sè le 14 sedute singole, le sedie insomma, la cui copertura in legno è completamente deteriodata, scrostata se non proprio rotta, in una micidiale combinazione di piccoli vandalismi e azione degli eventi meteorologici.

Il risultato è comunque un’immagine pessima, di trascuratezza e sciatteria che mal si addice a uno dei punti più frequentati dai turisti. A peggiorare le cose, il porfido in diversi punti in prossimità delle sedute è sollevato, e oltre che brutto è anche pericoloso.

Le sedute di piazza Volta, disegnate dall’architetto Cesare Ventura e prossime a compiere dieci anni di vita, furono accompagnate dalle polemiche fin dal loro apparire. Non piaceva ai comaschi la loro forma, spesso associata a quella di un bara, e non piaceva il fatto che sulle panchine non ci fossero gli schienali, caratteristica che il progettista aveva scelto per permettere di sedersi su entrambi i lati e poter godere di diverse prospettive della piazza.

Ma al di là dell’aspetto estetico, sul giudizio del quale forse il tempo ha reso giustizia, era la tenuta delle sedute all’usura del tempo e degli agenti atmosferici a scatenare l’inferno delle polemiche. Il multistrato marino scelto dal progettista, un rivestimento che si utilizza anche per i ponti delle barche e dovrebbe quindi vantare un’eccellente resistenza a pioggia e sole, iniziò subito a sbiadire, oltre che a prestare il fianco ai vandalismi. Sei mesi dopo l’installazione delle 82 sedute complessive (fra panchine e sedie) costate all’epoca 20mila euro, la situazione era talmente compromessa che il Comune intimò all’azienda fornitrice di metterci una pezza. Nel marzo dell’anno dopo le sedute furono sostituite, ma solo per seguire la sorte di quelle precedenti. Nel 2021, giunta Landriscina, il Comune annunciava l’intenzione di cambiare gli arredi della piazza, ma l’anno dopo le coperture in legno furono tutte smontate - anche quelle delle sedie verso piazza Jasca - e riverniciate o nuovamente rimpiazzate.

Tutto da rifare

Sono passati tre anni e la situazione, almeno per quanto riguarda le sedie, forse non è mai stata così compromessa. È solo un angolo, ma uno dei più esposti, di una città che si presenta ai milioni di visitatori che la scelgono con un doppio volto, quello scintillante della nuova passeggiata vicino al cantiere fermo dei giardini, quello dei vip e delle star e quello della ressa di taxi boat, delle file infinite per prendere i battelli, delle decine e decine di key-box appese in centro, spesso segnalate come illegali dalla polizia locale ma che nessuno si prede la briga di rimuovere o dei grossi ratti che razzolano nella zona di piazza Cavour.

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