Turisti e tifosi, il binomio degli Hartono: quanti in centro città per la Como Cup

Como Ressa nei negozi del Como 1907 e tanti tifosi stranieri con la maglia della loro squadra del cuore per le vie del centro. Il bilancio a fine esperienza: buona la prima?

I conti si faranno alla fine, cioè domani, ma la sensazione è quella che questa prima edizione della “Como Cup” abbia raggiunto gli obiettivi che in via Sinigaglia si prefissavano alla vigilia, vale a dire tifosi, pubblico, turismo, alberghi “fully booked”, ristoranti, bar, locali pieni. In due parole, football e turismo.

Tra disagi e magia, ecco il calcio in città

La prova è forse un po’ empirica ma efficace: quattro passi in centro città ieri mattina e, ancora, nel tardo pomeriggio, in orario di aperitivo e poco prima dell’inizio della partita tra Como e Ajax. Turisti dappertutto, in uniforme ordinaria - braghette e infradito griffate - o in uniforme da tifoso, quella biancorossa dell’Ajax o, ancora, quella biancoverde degli scozzesi del Celtic, ma anche tanti arabi dell’Al Ahli, ressa negli store del Como, quello di via Luini ma anche quello “temporaneo” allestito appositamente per la coppa in via Plinio, e gran viavai tra i tavolini dei bar, dalla solita piazza Volta a piazza Verdi, passando per l’ingolfatissima piazza Mazzini e per piazza Duomo (a proposito, tutto molto bello, ma il suolo pubblico non dovrebbe essere destinato ai soli tavolini dei locali... Quando una revisione delle concessioni?). Di sicuro la Como di questa nuova era è una città diversa, come se ci fosse non solo un prima e un dopo Covid - che vabbé, del turismo pre e post pandemia si è scritto e detto tantissimo - ma anche un prima e un dopo calcistici.

Tutto prenotato

Su Booking grado di saturazione delle strutture ricettive cittadine pari al 96%

Incontrare facce comasche è difficile, non impossibile ma difficile: i pochi che ci sono tendono a svicolare, ed è un destino comune a quello di tanti altri residenti di tante altre città alle quali il turismo ha modificato connotati e stile di vita. Tra i pochi che ci sono tiene banco lo stesso argomento, sempre quello: lo stadio. Non è così vero che siano tutti tanto ben disposti. La ressa spaventa. E qualcuno non nega di temere gli effetti di un impianto più grande, che significa più calcio, più tifo, ma anche più traffico e più turismo, anche se a giudicare dai numeri dei portali per le prenotazioni online riesce difficile pensare che davvero un domani possano riversarsi in città e sul lago più visitatori di quanti ce ne siano stati in questi giorni. Ieri, tanto per dire, booking.com segnalava un grado di “saturazione” delle strutture ricettive pari al 96%, in particolare negli alberghi a tre e a quattro stelle, per non dire degli hashtag e dei post, che di questi tempi tanto social, da Instagram e Tiktok, sono poi la vera cartina al tornasole, il metro forse unico per decretare successi e fallimenti.

La seconda edizione, l’anno prossimo, dirà qualcosa in più di questa Como cup. La sensazione, però, è quella che, già al suo esordio, abbia ottenuto il successo che serviva.

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