Ucciso dal pirata davanti alla figlia sull’autostrada dei Laghi. Dopo un anno è sempre caccia al fuggitivo

L’inchiesta Nell’aprile dello scorso anno un’auto poi fuggita ha travolto un cinquantenne. Altre vetture lo hanno urtato, ma soltanto un automobilista si è fermato. Ricostruita la dinamica

Non ha ancora una soluzione il tragico incidente in cui, proprio un anno fa, perdeva la vita un papà cinquantenne, travolto e ucciso sull’A9 da un automobilista che poi è fuggito facendo perdere le sue tracce. L’indagine, tuttora aperta, non è riuscita a identificare chi - dopo aver tamponato l’auto dell’uomo causandone la morte - non si è fermato, anzi è fuggito riuscendo a far perdere le sue tracce. In compenso gli accertamenti dei periti incaricati di ricostruire la dinamica dell’incidente, hanno svelato ulteriori inquietanti retroscena: dopo essere finito in mezzo alla strada ormai esanime, la vittima è stata urtata da almeno altre tre vetture, ma soltanto una si è prontamente fermata.

L’incidente

Il 17 aprile era una domenica. A bordo di una Panda viaggiava Ndricim Gjuzi, 49 anni di nazionalità albanese domiciliato a Milano, con la moglie e la figlia di pochi anni. All’improvviso l’auto si ferma proprio sulla corsia centrale dell’autostrada, a causa di un guasto, lungo la carreggiata Sud quella diretta verso Milano. Gjuzi scende dall’auto per portare in salvo figlia e moglie e allontanarle dall’autostrada. Proprio in quel momento una vettura ha tamponato la Panda. L’auto ha travolto Gjuzi uccidendolo, quindi ha finito la sua corsa sulla corsia d’emergenza, consentendo alla figlia della vittima e alla moglie di salvarsi la vita.

Prima che il traffico si bloccasse, il corpo dello sfortunato automobilista è stato urtato altre volte: almeno tre, secondo gli accertamenti compiuti dai periti e dalla polizia stradale di Como. Ma soltanto uno di loro si è fermato immediatamente. Un altro si sarebbe fermato molto dopo, raccontando che pensava di aver urtato un animale.

L’inchiesta

Una dinamica drammatica. Nel registro degli indagati si è ritrovato iscritto l’automobilista - un siciliano che stava tornando a casa - che si è fermato dopo aver urtato il corpo. Ma la sua posizione sembra destinata a essere archiviata: stando agli accertamenti finora compiuti, infatti, Gjuzi è morto sul colpo in conseguenza dell’urto con la sua auto, dopo che la stessa gli è stata scaraventata contro dal pirata della strada che non si è fermato a prestare soccorso.

Il paradosso dell’inchiesta, è che tutta la drammatica sequenza è stata registrata dalle telecamere della Società Autostrade, ma che purtroppo la qualità delle immagini non è sufficientemente buona per consentire di risalire all’identificazione della vettura responsabile dell’incidente.

Da qui anche la richiesta, da parte della Procura, di una perizia che consentisse di ricostruire con esattezza tutta la dinamica dell’incidente, cercando così di comprendere se le altre auto che hanno urtato il corpo dell’uomo avevano una responsabilità o se vi fossero tracce che consentissero di risalire al modello dell’auto pirata.

Come spesso accade, quando le vittime sono persone a bassissimo reddito, la moglie non si è neppure rivolta a un avvocato per cercare di far valere le proprie ragioni. E a oggi la morte di un uomo è senza risposta

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