Un medico di famiglia ogni 1630 comaschi e pochi cardiologi. Como tra le province con meno camici bianchi

L’allarme Settimi in Italia per carenza di cardiologi. Poco meglio i pediatri (uno ogni 1.368). Donchi (Cittadinanza Attiva): «La sanità non dà più risposte ai cittadini»

Carenza di personale sanitario, Como è nella top ten della province più in crisi. E per medici di famiglia siamo il fanalino di coda. L’associazione Cittadinanza Attiva dopo uno studio denuncia lo squilibrio sempre più marcato tra il numero dei professionisti sanitari e il numero degli abitanti. Nella ricerca, pubblicata questa settimana, sotto la lente sono finite cinque categorie specifiche di camici bianchi, prese come esempio. La ricerca si pone l’obiettivo di effettuare «una mappatura dei “deserti sanitari”».

«Tenendo presente le 39 province dove gli squilibri sono più marcati - si legge - primeggiano in negativo Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi, Milano) e Piemonte (Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli) con sei province, seguite dall’intero Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste) e dalla Calabria (Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia) con quattro province». Dietro Veneto, Liguria ed Emilia.

Guardando i dati pubblicati risulta che Como è la settima provincia che ha meno cardiologi ospedalieri, uno ogni 19mila residenti. Pochi anche i farmacisti ospedalieri, uno ogni 45mila cittadini. Migliore invece nel Comasco la situazione per i ginecologi, che rispondono di più ai bisogni della popolazione femminile, ce n’è uno ogni 4.220 donne. L’associazione che cura gli interessi dei malati si sofferma poi sui medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, evidenziando un diffuso problema nel nord Italia e in Lombardia. In particolare il rapporto è critico a Bolzano (un medico ogni 1.539 abitanti), Bergamo (un ogni 1.517) e Brescia (uno ogni 1516). In realtà il dato puntuale relativo al nostro territorio manca nella ricerca, ma presi i dati attuali Como segna un record negativo. I medici di famiglia nella nostra provincia al 2022 sono 314, per 512.837 cittadini sopra ai 15 anni, vuol dire un camice bianco ogni 1.630 persone. Poco meglio le cose per i pediatri: 60 per 82.104 under 15, uno ogni 1.368. Un rapporto che in Italia sfiora il podio.

«Per i pazienti è sempre più difficile ottenere delle risposte dalla sanità locale: la carenza di personale, di medici di famiglia in generale, costringe i pazienti a stare ore ai call center»

Infine Cittadinanza Attiva esamina le case e gli ospedali di comunità aperti nei vari capoluoghi o da aprire nei prossimi anni, sempre in relazione ai residenti. A Como, come in molti altri territori, il rapporto tra i nuovi centri di cura e gli abitanti è considerato insufficiente. «Le 39 province che presentano il rapporto più alto tra cittadini e personale sanitario - ecco il passaggio della ricerca - non corrispondono con le province destinatarie del maggior numero di case e ospedali di comunità».

«Per i pazienti è sempre più difficile ottenere delle risposte dalla sanità locale – sottolinea Fernanda Donchi, responsabile a Como di Cittadinanza Attiva e del Tribunale del Malato – la carenza di personale, di medici di famiglia in generale, costringe i pazienti a stare ore ai call center. Aumentano gli accessi in Pronto soccorso, gli ospedali sono in affanno. Vari tentativi di porre freno a questa tendenza non sortiscono effetto. Per esempio la presa in carico dei malati cronici è stata abbandonata. Fragili, psichiatrici, oncologici ne fanno le spese maggiori».

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