Una montagna di detriti, per spostarli servirà almeno mezzo milione

L’alluvione Impressionante la quantità di materiale depositato a Muggiò: non solo terra, pietre e alberi ma anche arredi per circa mille metri cubi

Quel che resta dell’alluvione che ha colpito la città di Como (e non solo) nella notte tra il 22 e il 26 settembre scorso si vede in tutta la sua grandezza (ed è parziale in quanto le tonnellate di detriti arrivati via lago sono stati raccolti e smaltiti direttamente) nell’area di Muggiò, oltre che nelle abitazioni e nei giardini dei singoli immobili danneggiati.

Nella zona tra piscina e palazzetto, dove si svolge abitualmente il Luna park sono infatti stati trasportati, uno dopo l’altro, i camion carichi di detriti, sabbia, fango, grossi alberi e accatastati con l’obiettivo di liberare il prima possibile le zone interessate dai dissesti con l’obiettivo di riaprire strade e consentire l’accesso ai residenti e ai comaschi. Da via Bixio a via Santa Marta, da via Sant’Euticchio a via Torno e ancora Civiglio, la Valfresca, ma anche una serie di altre vie più piccole ma non meno danneggiate.

Guardare il grosso cumulo di materiali dà l’impressione di trovarsi in un’area spettrale. Poco all’interno del cancello si vedono spuntare tra sabbia, fango ormai secco qualche rifiuto (pochissimi), sassi e grossi tronchi d’albero, in qualche caso addirittura alberi interi. Si vedono anche altri cumuli più piccoli di terra senza “impurità”. Si tratta di qualcosa che è possibile stimare in oltre mille metri cubi di materiale.

In un’area separata alcune ante di mobili chiaramente rovinate dall’acqua, un materasso e quel che resta degli arredi di alcune abitazioni spazzate via dall’acqua.

I materiali, dove possibile, sono già stati separati ma sarà inevitabile dover comunque effettuare una caratterizzazione (come richiesta dalle leggi) per stabilire le esatte tipologie dei rifiuti e, di conseguenza, il loro smaltimento. Smaltimento che avrà, ovviamente, dei costi. Al momento è possibile ipotizzare, ma tutto sarà poi quantificato con esattezza seguendo le procedure, una somma di almeno mezzo milione di euro. Cifra che potrebbe anche aumentare.

Il sindaco Alessandro Rapinese, in diretta su Etv, aveva spiegato, parlando dei detriti posizionati in piazza D’Armi, che si tratta di «una cosa grossa e appena avremo i soldi sposteremo il materiale anche da lì, ma l’importante era toglierlo da una situazione di pericolo ed è stato messo in una zona che poteva ospitarlo. Sono inerti, ora sono lì e poi li sposteremo». La giunta comunale, nei giorni scorsi, ha già dato il via libera a una serie di stanziamenti straordinari (chiamati “fuori bilancio” in quanto impossibili da prevedere nel documento finanziario di inizio anno) legati agli interventi di somma urgenza, tre dei quali già approvati dal consiglio comunale di lunedì sera (si va dai costi per la maxi chiatta utilizzata per raccogliere i detriti dal lago agli incarichi alle aziende in diverse zone della città per liberare strade e non solo da smottamenti, colate di fango e materiale vario).

Del resto il conto dei danni, e si parla di stime, è pesante: nelle quantificazioni redatte dagli uffici e poi inviate a Regione Lombardia dalla Polizia locale-Protezione civile, come prevedono le norme, la previsione solo per le aree pubbliche è pari a 11,5 milioni di euro a cui erano poi stati aggiunti 5 milioni chiesti dai privati coinvolti nell’alluvione.

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