Uno studio dell’Insubria sul “nuovo” Covid dimostra la maggiore aggressività della variante indiana

La ricerca La variante Centaurus è «più capace di aderire alle cellule e dunque più pericolosa». La parole agli esperti: «Sono cruciali il vaccino e il ripristino delle misure di protezione individuale»

Una forma di Covid che si diffonde con più forza e con l’aumentata capacità di provocare danni all’organismo umano. Nei prossimi mesi si potrà assistere all’ennesimo cambiamento del palcoscenico pandemico. C’è il rischio di un ritorno, nemmeno troppo rimandabile, all’utilizzo delle mascherine e al ripristino delle misure di sicurezza personale per contenere il contagio. Si prospetta anche la necessità di una campagna vaccinale più intensa e preventiva. Insomma l’allerta epidemica potrebbe non essere da archiviare.

La nuova variante del Covid Centaurus, la cosiddetta variante indiana, si starebbe diffondendo per diventare dominante e causare in autunno una nuova ondata di infezioni.

Il legame con i recettori

È la tesi centrale di una ricerca dell’Università dell’Insubria sul SARS-CoV-2 pubblicata lo scorso 15 agosto sull’European Journal of Internal Medicine, in un articolo, il primo sull’argomento, a firma di Fabio Angeli, Martina Zappa e Paolo Verdecchia.

«La nuova variante del Covid Centaurus sarebbe più capace di aderire alle cellule del corpo umano e dunque potenzialmente più pericolosa» si legge nel contributo. Il lavoro è nato dalla stretta collaborazione tra Fabio Angeli, professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Insubria e direttore della Cardiologia di Ics Maugeri di Tradate, Martina Zappa, biotecnologa del dottorato in Medicina clinica e sperimentale e medical humanities dell’ateneo e Paolo Verdecchia, uno dei più affermati ricercatori italiani in ambito cardiovascolare. La ricerca ha dimostrato che le mutazioni di Omicron Centaurus (BA.2.75) rendono il virus ancora più “adesivo” ai recettori delle nostre cellule, rispetto alle precedenti varianti e, in particolare, a Omicron 5.

«La maggiore capacità di Centaurus nel legarsi ai recettori del nostro organismo, i cosiddetti Ace2, apre nuovi scenari pandemici e identifica questa variante come possibile dominante a livello mondiale – spiega Fabio Angeli - Sono ancora da verificare i suoi effetti in termini di aggressività, ma l’aumentata capacità di legarsi alle nostre cellule e la successiva paralisi dei recettori Ace2, che hanno un ruolo fondamentale nel regolare le nostre capacità vitali, ci fanno supporre anche una verosimile aumentata capacità nel creare danni al nostro organismo; questo sottolinea quanto sarà cruciale la nuova campagna vaccinale ed il ripristino delle misure di protezione individuale».

Lo scenario epidemiologico

L’infezione virale SARS-CoV-2 provoca cluster di gravi malattie respiratorie come la sindrome da distress respiratorio acuto. Sia SARSCoV-2 che SARS-CoV utilizzano lo stesso recettore, l’Ace2 per infettare le cellule. L’Ace2 si trova in tutte le nostre cellule ed è in grado di paralizzare organi vitali.

«Non è possibile tracciare uno scenario epidemiologico futuro e capire come andranno i contagi - continua Angeli - Ma anche se speriamo di sbagliarci, i dati della nostra ricerca sono stati confermati. Se l’indice di diffusione aumenterà, si dovrà fare una seria riflessione sul ritorno all’uso delle mascherine. Al momento non esistono farmaci efficaci per il trattamento del danno polmonare indotto dal SARS-CoV-2, che può portare anche a insufficienza polmonare letale. Le uniche armi che abbiamo sono la prevenzione e il vaccino».

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