Vaccino anti Covid
Entro fine gennaio
a 15mila comaschi

L’obiettivo: centomila vaccinati per fine estate,Per primi tutelati sanitari e gli ospiti delle case di riposo. Sarà necessario coinvolgere anche la Protezione civile

Il piano Arcuri per il vaccino anti Covid in provincia di Como conta circa 15mila dosi entro fine gennaio e altre 100mila tra la primavera e l’estate. Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha trasmesso alle Regioni il piano per somministrare il vaccino dell’azienda americana Pfizer, il più avanzato nella sperimentazione. La prima fase prevede entro fine gennaio la vaccinazione, solo tramite gli ospedali, degli operatori sanitari, i professionisti al momento più preziosi e tramite unità mobili degli anziani delle Rsa, i più colpiti dalla pandemia.

Nella nostra provincia i sanitari sono circa 8mila, calcolando i lavoratori delle residenze per anziani si potrebbe arrivare anche a 10mila soggetti interessati. Solo all’Asst Lariana per difendere medici e infermieri dalla normale influenza alla fine dello scorso mese sono state consegnate dall’Ats circa 3mila dosi, una fornitura comunque parziale. C’è poi da sommare Valduce, Fatebenefratelli e gli altri presidi ospedalieri, compresi i tanti privati e accreditati.

Quanto agli anziani delle Rsa la scorsa primavera nelle 52 strutture del comasco erano presenti 5162 ospiti. Purtroppo questo numero è sceso di qualche centinaia di unità per colpa del Covid, ma soprattutto per la difficoltà di accogliere nuovi anziani e per le preoccupazioni delle famiglie.

La seconda fase

Per avviare le vaccinazioni anti Covid l’Italia disporrà di 3,4 milioni di dosi. Il secondo passo è più complicato e consiste in una campagna diffusa su larga scala, da attuare tra la primavera e l’estate per difendere prima le persone più fragili. La modalità pensata potrebbe di nuovo essere quella del drive-in, con gli ormai noti tendoni. Chiesti lumi, alla Regione non è ancora ben chiaro chi e come operativamente coordinerà gli sforzi sul territorio.

Secondo i sindacati, che hanno già posto lo stesso interrogativo alle autorità sanitarie, si tratterà di coinvolgere tanti attori differenti. Ats, Asst, Protezione civile, medici, Croce Rossa ed esercito, almeno perché nessun singolo ente ha le forze sufficienti per riuscire a vaccinare così tante persone. I pazienti fragili nel territorio comasco rappresentano un bacino di 20mila persone circa. L’ipotesi dovrebbe coinvolgere anche gli over 70 che in provincia sono 88mila, al netto di qualche migliaia di soggetti essi stessi pazienti fragili. Dunque comunque circa 100mila persone da vaccinare.

Le precauzioni

Arcuri ha specificato che «per garantire l’integrità del vaccino la consegna dovrà avvenire tramite appositi contenitori speciali per conservare le dosi fino a quindici giorni, per una conservazione fino a sei mesi invece servono delle celle frigorifere con temperature fino a -75 gradi». Si cercano quindi strutture idonee, capaci di rispettare i vincoli e con gli strumenti necessari per la conservazione e la somministrazione, pensando anche a nuovi acquisti e forniture.

Il commissario ha già chiesto ad ogni territorio i numeri, i soggetti da vaccinare, i presidi ospedalieri con le attrezzature adeguate, le disponibilità dei congelatori, eccetera. Serve essere in grado di somministrare in ogni singolo presidio sanitario almeno 2mila persone in due settimane. Occorre in fretta una mappa delle Rsa, con il numero degli ospiti, perché bisogna costruire delle unità mobili che in mezz’ora raggiungano il più vicino ospedale coinvolto nella campagna.

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