Viadotto, partono i lavori
«Per ora niente chiusure»

Lunedì la consegna all’impresa, poi arriveranno gli operai. Cantiere da 300 giorni. L’assessore: «Nella prima fase transiti regolari»

Tra una settimana si vedranno gli operai al di sotto del viadotto dei Lavatoi per l’inizio del maxi cantiere da 313 giorni per la messa in sicurezza del collegamento tra Oltrecolle e Canturina, vietato ai mezzi pesanti dall’estate del 2017.

Lunedì, chiarisce l’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni è prevista la firma della presa in carico da parte dell’azienda vincitrice (la Mavi di Roma) e «nei giorni successivi inizieranno i lavori effettivi che nella prima fase prevedono lavorazioni sulle pile». Questo significa, aggiunge, che «gli operai lavoreranno alla base della struttura e che, quindi, non sarà necessario almeno per il primo mese prendere provvedimenti per limitare il traffico».

Nessuna chiusura, quindi, almeno per il momento. «Nelle fasi successive - aggiunge Gervasoni - quando verrà, per semplificare, alzato l’impalcato, potrebbero essere necessari degli interventi che richiedono la chiusura parziale o totale. In corso d’opera avremo indicazioni più chiare a riguardo, ma posso già garantire che si cercherà di ridurre i disagi al minimo e, quindi, quando necessario, le chiusure saranno fatte nei fine settimana e di notte».

Non è escluso che ci potranno essere dei momenti della giornata con il senso unico alternato, ma non nelle ore di punta. Per arrivare a completare la messa in sicurezza ci vorranno come detto circa dieci mesi di lavori e, quindi, si arriverà nel gennaio del 2022 a poter rimuovere tutte le barriere agli ingressi e alla riapertura al transito dei mezzi pesanti.

L’impresa romana Mavi si è infatti aggiudicata il maxi appalto da 1,6 milioni di euro applicando uno sconto pari al 26,57% e portando quindi la cifra che dovrà spendere Palazzo Cernezzi a 1,2 milioni circa. La vicenda è finita anche in tribunale con perizie e analisi. Documenti che sono serviti anche per redigere l’elenco dei lavori necessari per ripristinare le normali condizioni di sicurezza. Parliamo di interventi importanti dal punto di vista ingegneristico: si dovranno sollevare una ad una le imponenti travi sospese che corrono per 660 metri nel vuoto e sostituire tutti gli elementi di appoggio.

L’iter ha subito diversi ritardi, dovuti anche alla necessità di adeguarsi alle normative più recenti, anche in materia antisismica. Il completamento delle procedure di gara (si erano presentate 33 aziende) si era concluso lo scorso novembre e, da allora, sono andate avanti le procedure burocratiche come la sottoscrizione del contratto fino ad arrivare alla prossima settimana con la partenza effettiva del cantiere.

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