«Visite in contanti e senza ricevute». Le accuse delle pazienti al ginecologo

L’inchiesta L’ex medico del Sant’Anna riceveva in uno studio privato di Como. Accusato di truffa e peculato

C’è chi, come Francesca e Monica, assicurano che il dottor Seghezzi spesso le visitava e faceva loro il pap test senza chiederle alcun compenso. Chi invece, come Lara, di aver pagato 125 euro. O, come Laura, 150 euro per visita ed esame. Su una cosa tutte le pazienti del primario di ginecologia dell’ospedale di Saronno concordano: il pagamento doveva avvenire rigorosamente in contanti e senza ricevere mai, in cambio, alcuna ricevuta.

Sono una quarantina le pazienti comasche del dottor Ubaldo Seghezzi che, negli ultimi mesi, sono state convocate dai finanzieri e sentite in merito alle visite fatte con il medico, che fino al termine del 2019 aveva lavorato nel reparto di ginecologia dell’ospedale Sant’Anna. E proprio in virtù di questa collaborazione, il medico si era creato un ampio giro di clienti qui in città. Tanto che, una volta diventato primario, ha continuato a venire periodicamente in uno studio di via Carloni per ricevere le donne da visitare.

Seghezzi, com’è noto, è stato indagato con l’accusa di truffa e di peculato. Truffa, per aver percepito negli ultimi anni circa 1800 euro al mese in busta paga a titolo di indennizzo di esclusività, senza però lavorare esclusivamente per l’ospedale di cui era diventato primario. Peculato, per aver addebitato al servizio sanitario nazionale il costo dei pap test realizzati per conto delle sue pazienti private.

Proprio dall’elenco degli esami di laboratorio chiesti direttamente dal medico, su pazienti mai viste all’interno dell’ospedale di Saronno, i finanzieri sono risaliti alle donne che hanno frequentato in questi anni come pazienti lo studio di via Carloni. A carico del primario, sospeso dal servizio su ordine del giudice, sono scattati anche una serie di accertamenti fiscali per i guadagni conseguiti in nero negli ultimi tre anni.

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