Volta dimenticato a Como e il fisico Casati suona la sveglia: «Tempio da valorizzare, oggi chi ci va?»

L’appello Il fisico: «Nel 2027 duecento anni dalla morte, bisogna organizzarsi già adesso». «Occasione da non perdere, si crei qualcosa di permanente». E rilancia la passeggiata dei Nobel

«Como deve valorizzare i propri simboli legati ad Alessandro Volta e il 2027, bicentenario della morte, sarà l’occasione per farlo. Il Tempio Voltiano, ad esempio, è poco attrattivo, soprattutto per i giovani. Sarebbe bello fare anche una “Walk of Fame”, come quella negli Stati Uniti, che parta dal monumento di Libeskind fino al Tempio Voltiano, con le stelle di tutti i premi Nobel che sono passati da Como».

Questo l’appello del fisico comasco Giorgio Casati, ospite giovedì sera alla conviviale congiunta del Rotary Como e Ucid (Unione cristiana Imprenditori Dirigenti). Dopo i saluti dei rispettivi presidenti Francesca D’Asta e Giovanni Carugati, è stato consegnato al socio Rotary Giorgio Carcano un riconoscimento per i suoi 50 anni all’interno del club. La serata è quindi entrata nel vivo, con il microfono passato al professor Casati che ha ricordato l’importanza della figura di Volta, di come possa rilanciare l’immagine della città e cosa la città stessa potrebbe e dovrebbe fare ora e tra tre anni in occasione del bicentenario della morte. Progetti nuovi, ma anche rivitalizzare quello che c’è già: alla domanda di Casati ai presenti su chi avesse visitato «negli ultimi tre anni il Tempio Voltiano», nessuno ha alzato la mano.

Imparare dal passato

«Nel 1927 c’è stato a Como un importante congresso internazionale dei fisici – ha ricordato Casati – in quel gruppo c’erano ben 21 premi Nobel. Sono stati fatti tanti interventi permanenti: è stato costruito il faro Voltiano di Brunate, il Tempio Voltiano, il Comune ha acquistato Villa Olmo con il contributo del Comitato per le Onoranze a Volta e quello di privati cittadini comaschi. Infine, è stato costruito lo stadio di Como. I lavori erano iniziati nell’ottobre del 1926 e venne inaugurato il 30 luglio del ’27, ora sarebbe impensabile in tempi così rapidi». Si parla poi di congressi scientifici, campionati nazionali di sport, spettacoli. Tutto, ovviamente, aveva richiesto una tempistica e un’organizzazione importante.

E ora, in che modo la città lo ricorda? «Bisognerebbe iniziare a pensare subito a cosa fare – ha confermato Casati -. Cento anni fa, lo scopo di Como era sfruttare questa occasione per mettere la città in mostra sul piano nazionale. C’erano tantissimi rappresentanti della stampa estera venuti a Como per le onoranze».

E ha aggiunto: «Dopo il 1927 sono state fatte altre manifestazioni a Como: nel 1945 sono stati celebrati i 200 anni della nascita, nonostante la drammatica situazione in cui si trovava il Paese. Nel 1949 i 150 anni della pila, nel 1977 i 150 anni della morte e nel 1999 i 200 anni della pila».

Ritrovare l’entusiasmo

«Credo che quella del 2027 sia un’occasione che non andrebbe lasciata cadere. Non so cosa si potrà fare, posso dare qualche spunto, ma credo che ci si debba muovere per qualche intervento permanente e manifestazioni temporanee sulla scia di quello che è stato fatto allora, per mettere Como al centro. Tempo fa a Como c’era il premio Somaini, la riconoscenza più importante per i fisici. Sarebbe bello che si istituisse un premio Volta, ma ci vorrebbe qualcuno che mettesse i fondi. Il mio auspicio è che Como ritrovi adesso la voglia, il coraggio e l’entusiasmo per fare qualcosa». Un appello alla città accolto con un lungo applauso.

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