Weekend senza medici. Risultato: 12 ore di attesa al Pronto soccorso

Salute Al Sant’Anna 68 pazienti in attesa a mezzogiorno. La testimonianza: «Entrati alle 17.30, dimessi alle 5». Il problema? L’assenza della medicina territoriale

In Pronto soccorso i pazienti non mancano mai. Il problema è trovare medici e infermieri. Ieri mattina, in un periodo dell’anno in genere non così complicato, alcuni cittadini hanno segnalato un afflusso importante al Pronto soccorso. Il Sant’Anna ancora verso mezzogiorno contava 68 pazienti. I più, 25, in codice azzurro (un’urgenza intermedia senza gravi rischi) oppure, 22, in codice arancione (un pericolo invece maggiore).

La testimonianza

Secondo l’applicazione regionale che mostra le presenze in tempo reale il reparto era sovraffollato, in realtà secondo l’ospedale ad essere più in crisi era il Pronto Soccorso di Cantù, con altri 30 pazienti in coda e in cura. In città anche il Valduce era descritto come sovraffollato, 27 i pazienti presenti, stessa situazione anche all’ospedale di Erba, altri 27 pazienti. A sentire i medici non c’erano comunque particolari motivi sanitari per spingere così tante persone in ospedale, pochi i codici rossi, due in totale. La ragione dunque è forse la consueta mancanza di risposte durante il week end da parte della medicina territoriale. Sabato e domenica è difficile consultare i medici di famiglia o trovare un aiuto dalla guardia medica.

«Siamo andati al Pronto soccorso del Sant’Anna sabato pomeriggio verso le 17.30 - racconta Rosanna Talassi, una cittadina comasca – e siamo usciti alle cinque della domenica mattina. Sono undici ore e mezza in totale. Mio marito aveva una colica renale, abbiamo passato a nottata sulle sedute di ferro. Alla fine abbiamo ricevuto l’analisi di cui avevamo bisogno, anche se ancora adesso, senza il medico di famiglia di turno, siamo alla ricerca di altre cure specialistiche. Quanto al Pronto soccorso non me la prendo certo con i medici e gli infermieri, i pochi che erano di turno correvano come matti. Piuttosto con i tanti che arrivano senza urgenti motivi e i troppi che una volta arrivati si fanno accettare e poi se ne vanno». Le attese del resto sono molto lunghe. «Ma se uno ha davvero bisogno del Pronto soccorso aspetta – dice ancora Talassi – invece in troppi pensano sia tutto dovuto e subito. C’era è vero un sacco di gente, anche anziani fermi per ore e ore in attesa. Ma erano presenti anche persone senza casa che dormivano sulle panchine. Sono passati anche tanti giovani sbandati ubriachi che chiesto aiuto dopo poco tempo lasciano l’ospedale».

Se è vero che i pazienti in Pronto soccorso non mancano certo, gli ospedali piuttosto faticano a trovare professionisti, specialisti e infermieri.

L’ultimo bando

Per garantire i livelli di assistenza nei reparti di emergenza urgenza l’Asst Lariana ha pubblicato l’ennesimo avviso pubblico a caccia in particolare di anestesisti e rianimatori in libera professione. Solo il mese scorso l’ex azienda ospedaliera aveva assunto dieci specialisti per la rianimazione e il Pronto soccorso, per la maggior parte giovani specializzandi, con la nuova retribuzione appena varata dalla Regione. Cancellati i medici a gettone, reperiti dalle cooperative esterne a carissimo prezzi, i medici libero professionisti chiamati dall’esterno nel sistema pubblico ora vengono pagati 80, 60 o 40 euro l’ora a seconda delle loro competenze e della mansione assegnata. Nonostante i nuovi arrivati l’Asst Lariana ha continuo bisogno di personale. L’ultimo bando per il Pronto soccorso da dieci posti ha visto tre iscrizioni. Non sono pervenute adesioni da ortopedici e psichiatri sempre in libera professione.

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