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Giovedì 07 Agosto 2025
Il duetto con Manu Chao: «Un sogno realizzato»
Il rapper lariano Alessandro Maggioni è stato protagonista a sorpresa al Lake Sound Park. «Chiamato poche ore prima. Magico improvvisare davanti a 4mila persone»
Essere invitato a condividere il palco con Manu Chao davanti a oltre 4000 persone non è cosa che capita tutti i giorni, soprattutto se sei un giovane rapper emergente cresciuto in provincia che sta cercando di dare forma ai propri sogni. È quanto è capitato lo scorso luglio al Lake Sound Park di Cernobbio ad Alessandro Maggioni, in arte May One, ventiquattrenne di Turate, laureando in Scienze della Comunicazione all’Insubria di Varese, da tempo impegnato con una crew di amici e colleghi, a spingere un progetto artistico di chiara matrice hip hop. Dalle prime strofe in rima nate nei parchetti del paese alle pubblicazioni di brani e video su YouTube, fino alla certezza di voler trasformare questa passione in un vero lavoro.
Quando ha preso forma questa scelta?
Mi sono appassionato presto a questo genere musicale, da circa tre anni però la cosa è diventata più concreta e strutturata, con all’ attivo 13 singoli. Attualmente, con il mio gruppo di lavoro, stiamo costruendo un progetto più corposo, in vista la pubblicazione di un Ep entro la fine del 2025. L’intento è sempre stato quello di raccontare Turate, e la vita dei ragazzi di provincia .
Come è arrivata la proposta di Manu Chao ?
Il giorno prima del concerto del 29 luglio a Cernobbio mi è stato segnalato che Manu Chao e la sua produzione cercavano un rapper locale che si sarebbe esibito con lui. Ho inviato il mio materiale senza farmi troppe illusioni e invece, con mia grande gioia e sorpresa, mi hanno preso, ancora sono incredulo per aver avuto questa incredibile opportunità.
Come è stato rapportarsi con lui ed esibirsi davanti ad una platea così grande?
In meno di 24 ore sono stato catapultato in un sogno ad occhi aperti. Qualche ora prima dell’ esibizione mi hanno convocato per scegliere il brano al quale avrei contribuito e fare qualche prova. Lui e tutto il resto del gruppo mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Molto semplice e spontaneo. Nonostante parlassero tutti in spagnolo, e io sapessi solo qualche parola, a funzionare è stato il linguaggio universale della musica. Il brano prescelto è stato “Mr. Bobby”. Io mi sono preparato un canovaccio utilizzando strofe di alcuni miei pezzi di qualche tempo fa ma perlopiù è stata improvvisazione pura, finendo con un vero e proprio free style. Davanti al pubblico è stato pazzesco. Lo show di Manu Chao è una botta di energia pura, io mi sono sentito coinvolto da subito e mi sono lasciato trasportare. Ancora sento quella forza. Devo dire che una volta in scena non ho più pensato a nulla se non a fare la mia parte. Percepivo il pubblico ma non vedevo quanto fosse numeroso.
Una tranquillità frutto della gavetta in situazioni più raccolte?
Sì. Mi sono goduto il momento, il pubblico mi ha gasato molto. Prima di questa occasione avevo calcato piccoli palchi dove mi sono fatto le ossa, fino a quello più grande del Palio di Turate, per il quale ho creato la sigla, “Pa Pa Palio” , che è diventata anche un video. Mi ricorderò per sempre questa esperienza che mi ha dato la definitiva conferma che quella della musica è la strada che voglio percorrere, il mio piano A.
Qual è il piano B?
Mi sto per laureare in Scienze della Comunicazione, mi manca solo la tesi. Sono consapevole del fatto che non sia facile mantenersi con la musica, ma credo che nella vita non bisogna mai chiudere le porte a niente e cavalcare i propri sogni senza perdere il contatto con la realtà, provarci è una necessità.
Vuoi indicarci i titoli di alcuni dei tuoi pezzi che si possono trovare sul web?
A parte la già citata sigla del Palio, vi segnalo “Il mio posto” e “22078”, uno dei primi che ho scritto. Il titolo è il codice postale di Turate.
Sembri molto legato al territorio, al tuo paese, cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta ?
Sono un ragazzo normale, voglio trasmettere la mia vita da ragazzo normale, da ragazzo di provincia. Racconto le storie, i sogni e le problematiche dei miei coetanei cresciuti in paesi come il mio.
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