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Mercoledì 16 Luglio 2025
Il pensiero libero con Crepet: «siamo facili da controllare»
Cernobbio Domani sera alle 21 il celebre psichiatra ospite a Villa Erba. Un incontro per riflettere su morale ed etica, contro l’omologazione
«Abbiamo tutti paura di essere giudicati, di perdere consenso. Nessun politicante oserà mai dire cose che non portano immediato consenso». Non solo: «Da che mondo è mondo despoti, potenti, dittatori, ma anche semplici cittadini – basterebbe pensare alle relazioni sentimentali e familiari – hanno temuto il pensiero libero. La storia insegna che i conflitti sono nati per sradicare, impedire, punire chiunque abbia cercato di esprimere le proprie opinioni. Il linguaggio – ogni forma espressiva – è lo strumento più facile da controllare; non il pensiero che rimane spesso celato, alimentando sospetti, paranoie, dubbi su fedeltà e obbedienza, disponibilità alla sudditanza, propensione al tradimento. Per questo l’immaginazione è sempre più ricca delle parole, quindi insidiosa e potenzialmente pericolosa».
Parola, assolutamente libera, di Paolo Crepet, atteso domani sera alle 21 dal pubblico di Villa Erba per un nuovo appuntamento del “Lake park sound festival”, organizzato da MyNina Spettacoli che, quest’anno, non ha puntato solo sulla musica, ma anche su serate di incontro e riflessione, come promette di essere questa, dedicata a quello che lo psichiatra e saggista chiama, provocatoriamente, “Il reato di pensare”.
Una dissertazione che lo vede affrontare una tematica attualissima: è di poche ore fa la notizia della nuova crociata di Trump, per stroncare la “cultura woke” che, a suo modo, limita espressione e pensiero. «Quello che si vuole è un’omologazione priva di idee – anticipa Crepet – Pensiamo agli artisti, a quelli veri e innovativi che abbiamo avuto. Un artista è tale quando è discontinuo, quando può esprimersi appieno, invece il mercato che lo veicola vuole che si ripeta sempre, per essere subito riconoscibile, senza osare mai. Penso alla frase di Bogart in “Casablanca”: “Suonala ancora, Sam”, suona sempre la stessa canzone. Si agisce così anche nei confronti del pensiero libero, libero di essere controcorrente, ma anche semplicemente libero di essere espresso». Secondo Crepet sta emergendo l’idea che le libertà debbano essere frammentate e confinate in nuovi schemi linguistici: «Questa addomesticazione delle parole e del pensiero che le genera fa parte di una nuova strategia di marketing ideologico che mira alla normalizzazione. Temo che si stia diffondendo la necessità di un nuovo “codice” per disciplinare il pensiero, non basato su morale o etica, ma su una auto-inibizione dell’ispirazione e delle parole stesse. Questa forma di censura autoindotta porterebbe a un asservimento di massa. Le persone arrivano a temere le proprie idee e la necessità di esprimerle, perché abbiamo tutti paura di essere giudicati, di perdere consenso».
Ora l’intelligenza artificiale sembra potersi sostituire al pensiero: «Attenzione, sembra prodigiosa, ma non fa che ripetere idee altrui, riordinandole, non propone niente di nuovo e quando il pensiero si ripete diventa una fotocopia, che non innova, che non turba, non scandalizza mai. Se un pensiero non è scomodo, non è un pensiero». Biglietti da 49 a 35 euro disponibili sui circuiti Ticketone e Ticketmaster e alle casse di Villa Erba.
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