( foto butti)
Eventi L’opera di Verdi aprirà il Festival Como città della musica 2026. Annunciato lunedì, sarà in scena l’estate prossima nell’Arena del Sociale
Sarà il “Macbeth” di Giuseppe Verdi l’opera partecipativa che aprirà il Festival Como città della musica 2026, in scena tra giugno e luglio nell’Arena del Teatro Sociale. Il titolo è stato annunciato lunedì durante la prima lezione del coro per il nuovo ciclo del progetto 200.com. Un’idea nata nel 2013 per celebrare i 200 anni della massima sala cittadina, è oggi una realtà simbolo di partecipazione culturale.
Oltre 300 cittadini, accomunati dall’amore per la musica, si ritrovano ogni settimana per imparare e interpretare le parti corali dell’opera scelta, condividendo il palcoscenico con artisti professionisti in un allestimento immersivo, dove il pubblico si trova letteralmente dentro la scena.
Il progetto – che ha meritato, nel 2015, il Premio Franco Abbiati “Filippo Siebaneck” per la sua capacità di coinvolgere un’intera comunità – ha visto negli anni la collaborazione di importanti registi e direttori. A guidare il coro, invece, è sempre il maestro Massimo Fiocchi Malaspina, una certezza per questo progetto. La scelta di “Macbeth” segna un ritorno a Giuseppe Verdi dopo i successi di “Nabucco” e “Aida” negli anni passati.
L’opera, in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave, è tratta da uno dei più celebri drammi della storia del teatro e rappresenta la prima potente incursioni del compositore nel mondo shakespeariano. Verdi ne esalta la dimensione drammatica, il tormento psicologico e il senso del potere, trasformando la tragedia del re e di Lady Macbeth in un affresco musicale di grande intensità. Il progetto 200.Com non è solo un’esperienza artistica, ma anche un percorso umano e collettivo.
Le prove diventano occasione di incontro, amicizia e crescita: persone di ogni età, formazione e professione si ritrovano a cantare insieme, scoprendo nel teatro un luogo di benessere e coesione sociale. In parallelo alle attività corali, vengono organizzati incontri di approfondimento sull’opera, lezioni di cultura generale, laboratori teatrali e di consapevolezza corporea, oltre a momenti di dialogo con gli artisti e proiezioni di film tematici.
Negli anni, grazie anche al sostegno di Fondazione Cariplo, il progetto ha saputo esplorare temi universali come libertà, oppressione e solidarietà, portando l’opera fuori dai confini del palcoscenico e dentro la vita della città. Un esempio fu proprio “Nabucco”, messo in scena in chiave contemporanea, per riflettere sul conflitto tra oppressori e profughi.
Con “Macbeth”, l’obiettivo dichiarato è rinnovare questa “mission”: raccontare, attraverso la potenza della musica e la voce di una comunità, le ombre e le ambizioni dell’animo umano. Ancora una volta, il Teatro Sociale si conferma non solo tempio della lirica, ma anche luogo vivo, aperto, capace di far dialogare professionisti e cittadini in un grande coro di passione e partecipazione. Nei prossimi mesi verranno annunciati il direttore d’orchestra e il regista di questa nuova produzione, già pronta per il suo cammino fino all’estate prossima.
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