«Plinio il Vecchio, un contemporaneo»: in mostra la sua vita e la sua ricerca

Como Dal 3 maggio al 31 agosto l’allestimento nelle sedi di San Pietro in Atrio e Broletto. In esposizione oltre quaranta opere provenienti dai principali musei italiani, tra cui gli Uffizi

“Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della natura” è il titolo della mostra organizzata dalla Fondazione Alessandro Volta e coordinata dal Comitato nazionale per le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio che si aprirà il 3 maggio negli spazi della ex chiesa di San Pietro in Atrio e al Broletto in occasione delle celebrazioni del Bimillenario pliniano.

Fino al 31 agosto sarà possibile ripercorrere le vicende del nostro più illustre antenato «mettendo in luce la straordinaria fortuna della sua opera attraverso i secoli e la sua attualità nella società contemporanea, impegnata in una profonda riflessione sulla salvaguardia dell’ambiente e sul rapporto dell’uomo con la natura».

Il curatore

È questo lo scopo che si prefigge il curatore Gianfranco Adornato, professore di archeologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Sarà una mostra diffusa per la città, con gli estremi nei due spazi espositivi, allestiti dall’architetto Paolo Brambilla, ma che coinvolge anche altri luoghi fino allo spazio multimediale Vis Comensis che aprirà proprio il 3 maggio.

In esposizione oltre quaranta opere provenienti dai principali musei italiani, tra cui le Gallerie degli Uffizi, i Musei Vaticani, la Biblioteca Palatina - Complesso monumentale della Pilotta, i musei archeologici di Firenze e di Venezia, l’Opera della Primaziale Pisana e il Museo Palatino, nonché dalla nostra biblioteca comunale e dalla Diocesi di Como.

Opere celebri

Arriveranno così a Como anche due tra le più celebri opere musive dell’antichità: la Statua di efebo nudo tipo Westmacott conservata a Castel Gandolfo e concessa dai Musei Vaticani e il Doriforo, in prestito dagli Uffizi.

Inoltre, opere di artisti contemporanei internazionali del calibro di Andy Warhol (“Vesuvius”), Cy Twombly (“Natural history II”, “Six latin writers and poets” e “Five greek poets and a philosopher”), Luigi Spina (in prima assoluta il suo progetto “Interno pompeiano) e Fabio Viale (presente con alcune delle sue maggiori opere, tra le quali il “Laocoonte”). La mostra si divide in sei sezioni. La prima, “Plinio e il suo tempo”, attraverso una galleria di ritratti imperiali e di ricostruzioni di alcuni luoghi iconici della Roma flavia, racconta il ruolo dell’erudito comasco nella società della sua epoca, la sua carriera politica e militare, il rapporto con il potere, i numerosi viaggi in Europa, ovvero quel contesto socio-culturale che è alla base delle vaste conoscenze messe in campo nella “Naturalis Historia”.

“Plinio e Como” con i monumenti della prima età imperiale conservati nel Museo Giovio. “La ‘Naturalis Historia’ e la sua fortuna”: attraverso alcuni codici, viene ricostruito il successo di questa opera con manoscritti, incunabuli e opere d’arte coeve. “Nobilia opera a Roma” indaga il ruolo dei capolavori greci nel contesto urbano dell’urbe, ma anche nella storia dell’arte antica. “I prodigi della natura. Le gemme”, che rappresentano un microcosmo nell’opera pliniana. Infine “Il mito contemporaneo. Morte e fortuna di Plinio nel XX secolo”: l’ultima sezione è dedicata alla posterità di Plinio, all’eruzione del Vesuvio e alla distruzione di Pompei ed Ercolano nell’immaginario contemporaneo e cinematografico. Informazioni al sito www.plinio23.it.

Le voci

«La mostra intende ispirare il visitatore all’importanza della cultura classica, come elemento necessario per le sfide dell’oggi», afferma Luca Levrini, presidente della Fondazione Alessandro Volta e del Comitato nazionale per le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio, commentando il progetto “Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la storia della natura”.

«Un’arte che intende emozionare e incantare, ma anche insegnare che i valori etici e morali della nostra storia potrebbero essere ancora di ispirazione – prosegue – L’ambizione è quella di sensibilizzare a un Umanesimo pliniano, come riscoperta del sapere di Plinio il Vecchio e collocare nuovamente l’uomo al centro della natura e della vita». «Con la mostra si intende illustrare l’eredità culturale di Plinio e della sua opera attraverso i secoli, proiettandoli verso il nuovo millennio, per una maggiore fruizione e divulgazione dell’opera letteraria – commenta il curatore Gianfranco Adornato – In questo contesto di rinnovato e continuo interesse verso la monumentale impresa pliniana, le celebrazioni del bimillenario si presentano alla comunità scientifica e al pubblico come un ulteriore tassello alla promozione e comprensione dell’opera pliniana».

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