Roberta Torre: «Il buio della memoria non ha spento Monica»

Como La regista questa sera al Gloria per la proiezione del suo film “Mi fanno male i capelli”, omaggio alla Vitti

Roberta Torre è un’autentica fuoriclasse come regista e sceneggiatrice, originale e coraggiosa, capace di titoli quali “Tano da morire”, “Angela”, o “Mare nero”.

“Mi fanno male i capelli”, che lei stessa presenterà, dialogando col pubblico, stasera (domenica 29 ottobre, alle ore 21) allo Spazio Gloria di Como, ne è un esempio di qualità e valore. Un progetto che nasce partendo dalla storia dell’ex frontman dei Sex Pistols, Johnny Rotten, e di sua moglie, Nora Forster, affetta da Alzheimer, accudita fino alla sua scomparsa. Un’ illuminazione. Da qui l’ispirazione di raccontare Monica (interpretata da una superba Alba Rohrwacher), la cui memoria si sta lentamente sgretolando, al punto da farle perdere il senso delle cose,

il confine tra onirico e realtà, e i cui pezzi di vita vengono lentamente (ri)assemblati. Succede grazie ai ricordi dei personaggi portati in scena dalla sua attrice prediletta, Monica Vitti: figure di donne, ruoli, attimi, lampi, volti riflessi, che diventano qua veri antidoti ai quali aggrapparsi, e da condividere con il marito Edoardo, il sempre bravissimo Filippo Timi, che chiamerà ad un certo punto Marcello. Un’esperienza visiva girata con sensibilità, cura e maestria, che sa parlare oltremodo di (nuove) identità, memorie, perdute e da ritrovare, ma lo fa con stupore, struggimento e poesia.

Come lo possiamo definire questo suo ultimo lavoro?

Un viaggio nel tempo, una sorta di Matrioska, dove si aprono delle varie scatole, una dietro l’altra, legate a dei dettagli sensoriali. Penso ad esempio agli abiti ideati da Massimo Cantini Parrini, alcuni originali, come nell’ultima scena, in “Polvere di stelle”, che Alba ha provato, abbottonato perfettamente, quasi fosse la scarpetta di Cenerentola, o la casa del mare, che ho voluto riarredare come negli anni ‘60. Tutto ti riporta in un mondo di ricordi, a essere quella scatola. Ognuno di noi, a seconda della generazione a cui appartiene, o dell’amore che ha per il cinema, può riscoprire la sua di sintesi.

Monica Vitti continua a ispirare il presente e il futuro, non crede?

Grazie a lei è come sentissimo ancora la potenza del sogno e dell’immaginario, perché il cinema in sé non morirà mai. E la Vitti sarà sempre una delle grandi sacerdotesse di questa potenza.

Qual è l’immagine che invece lei sente più vicina?

Penso a “La notte” di Michelangelo Antonioni, è evocativo. Mi vengono in mente delle cose legate all’infanzia, vissute da bambina, che mi rimandano oltremodo a delle luci, a dei luoghi, a quei vetri, a delle geometrie, a degli arredamenti, a degli odori di elio. Diventa quasi un viaggio nella mia di memoria personale.

Dopo tanti anni di carriera, c’è effettivamente qualcosa, in particolare, che ha scoperto di sé?

Sono rimasta scioccata, ad esempio, nel rivedere l’estate scorsa, in Piazza Maggiore a Bologna, una pellicola come “Tano da morire”. Perché quella persona che lo ha fatto non esiste più, o di quanto quei personaggi gridassero, adesso non li potrei tollerare, e quella Roberta ragazza, che lo ha realizzato 25 anni fa, è ormai una donna oltre la maturità. È normale che delle emozioni vengono impresse dentro ai lavori che fai, e, a poco a poco, la tua filmografia diventa davvero come un percorso esistenziale, se tu riesci a rileggerla in quel modo. La persona cambia, ma rimane l’essenza.

Quanto la emoziona accompagnare i suoi lavori?

Mi piace soprattutto vedere le sale cinematografiche e i vari pubblici italiani, ogni posto, provincia, è a sé. Non è facile, ci sono situazioni di resistenza pura, spesso è arduo, anche rispetto al tipo di affluenza, ed oggi è veramente molto più complicato. Da un lato mi affascina, dall’altro mi fa quasi tenerezza.

Che rapporto ha con Como?

Ho vissuto a Milano per anni, spesso venivo in vacanza sul lago, anche per un piccolo viaggio ricreativo. Purtroppo non ho mai avuto di conoscerla bene, quindi sono contenta di venirci.

Il film sarà in programmazione al Gloria anche mercoledì 1 novembre alle 17,30 e giovedì 2 alle 15,30.

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