Accoglienza: la “macchina” funziona

Porte aperte A Como è attiva una rete di associazioni e realtà che mettono al centro la persona e i suoi bisogni. Un punto di riferimento imprescindibile per i tanti stranieri che continuano ad approdare in questa città di frontiera

Fare un passo. A volte serve questo e poi le porte iniziano ad aprirsi. O almeno così si spera, anzi sarebbe meglio dire per questo si lavora.

A Como nell’accoglienza e nella gestione di chi è emigrato da un Paese straniero esiste una rete di associazioni e realtà che mettono al centro la persona e i suoi bisogni. Dal sostegno nelle pratiche giudiziarie, all’insegnamento della lingua, passando per il supporto psicologico e per l’assistenza educativa, soprattutto dei minori di seconda generazione le energie in campo sono tante e insieme funzionano.

La storia di Maria, ospite di una famiglia di Como

«Pensavo di non farcela, di dover tornare in Salvador con mia figlia. Dopo nove anni non ho ancora i documenti di soggiorno e la mia vita qui sembrava destinata a finire, insieme al mio matrimonio. Poi però mi sono rimessa in gioco, grazie a persone che non mi hanno fatto sentire un numero, ma che hanno preso a cuore la mia storia». Maria Ochoa, 32 anni del Salvador, oggi è ospite di una famiglia comasca insieme alla figlia di 12 anni e si sta costruendo una nuova vita.

In Italia è arrivata per ricongiungersi al marito, ma già dopo i primi anni alcuni problemi familiari importanti l’hanno gettata nello sconforto, facendola sentire sola, lontana dagli affetti e con pochissimi strumenti per crearsi delle opportunità qui in Italia. «Ho resistito finché ho potuto, poi ho scelto di andarmene di casa con mia figlia e di iniziare il percorso di separazione da mio marito. Credevo che nessuno mi avrebbe aiutata, senza permesso di soggiorno sono un invisibile, e invece sulla mia strada ho incontrato chi si è preso cura di noi e ha scommesso sul nostro futuro. Voglio dire a tutte le donne che si trovano nella mia situazione che c’è una rete di volontari capace di seguirle, che non sono sole e che possono sempre sperare in un avvenire migliore per loro e per i loro figli».

L’iter per il permesso di soggiorno

Attualmente Maria, seguita dall’Osservatorio giuridico migranti di Como, è in attesa di concludere l’iter per ottenere il permesso di soggiorno, come genitore di una minorenne nata in Italia. Sogna di poter seguire un corso di formazione e poi di trovare un lavoro, così da garantire anche alla figlia di crearsi a Como le basi per diventare quello che vuole, di essere autonoma e libera.

«Gli accessi ai nostri servizi sono in continuo aumento», raccontano intanto dall’Osservatorio le avvocatesse Alessandra Migliore e Liuccia Saffioti. A livello legale seguono diversi casi di persone straniere che si trovano a fare i conti con l’ordinamento giuridico italiano spesso senza avere alcuna conoscenza in materia. «Si lavora in rete con altri servizi come Porta Aperta di Caritas o con la realtà di accoglienza stranieri di don Giusto Della Valle a Rebbio, ma anche con le istituzioni. Un legame esiste con le attività del terzo settore collegate alla grave marginalità, una continua sinergia in cui il nostro lavoro, oltre che giuridico, diventa anche sociale: quello di indirizzare le persone straniere verso il servizio più competente riguardo a diverse tematiche che vanno dall’apprendimento della lingua italiana alla ricerca di un lavoro». L’Osservatorio giuridico dei migranti nasce a Como nel 2016 dopo l’emergenza degli sbarchi e il campo allestito alla stazione di San Giovanni.

Ecco cos’è cambiato nell’immigrazione

«L’immigrazione è cambiata molto. Registriamo da anni una media di circa 700 persone che fa richiesta di consulenza a vario titolo ma sempre di origine straniera. Como è rimasta una città di frontiera che deve gestire anche i flussi minori ad esempio legati alle riammissioni dalla Svizzera e dalla Germania. L’immigrazione da emergenza è diventata criticità cronica. È venuto a galla anche il tema degli arrivi di minori stranieri non accompagnati, tema che rimane di cruciale importanza»”.

Lo sportello dell’Osservatorio è aperto ogni martedì in via Grandi a Como (info 338.6095061).

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