«Anche lo Stato senza volontari andrebbe in crisi»

L’intervista Landriscina, ex sindaco ed ex direttore 118: «Passione insostituibile, anche per il suo valore sociale»

Cosa succederebbe a molti servizi della macchina comunale e al sistema del soccorso sanitario se non ci fossero i volontari? «Nessun dubbio: andrebbero in default. E sarebbe una sconfitta per tutti». Mario Landriscina ha un osservatorio privilegiato, per parlare del ruolo vitale dei volontari. Con loro ha collaborato per decenni, quando era il responsabile del 118. E con loro ha collaborato anche nei cinque anni da sindaco di Como.

«Il volontariato è un valore irrinunciabile in termini di quantità di risorse, di tempo, di idee, di passione - commenta Landriscina - I sistemi che si basano sul volontariato crescono dal basso e questa già di per sé è una risorsa». Nella sua storia professionale e politica, si da sindaco che da medico direttore del 118, Landriscina ha potuto toccare con mano anche un altro valore del volontariato: «Rispetto al passato, oggi i volontari sono portatori anche di capacità professionali. Il livello qualitativo è alto ed è difficile ormai trovare nel volontariato persone che non hanno una formazione e una professionalità. Penso ad esempio ai soccorritori del sistema sanitario o alla Protezione Civile: la formazione per loro è vitale. Ma questo vale ormai per tutti i campi».

Valore sociale

Ma la questione non può essere limitata a considerazioni di “utilità”. Secondo Mario Landriscina, infatti, senza volontari il sistema pubblico andrebbe in default anche - se non soprattutto - per il «valore sociale infinito» creato dalle associazioni che si impegnano a servizio degli altri. «Fanno crescere la collettività - dice - Il volontariato è un ponte: avvicina le persone, accomuna i facoltosi e i meno abbienti, rappresenta un punto di incontro sociale importantissimo». Ed è un ponte capace di superare anche le differenze politiche: «Durante gli anni da sindaco - prosegue - ho potuto toccare con mano come il volontariato laico, cattolico, sanitario, la Protezione civile, le realtà di cittadini, persone di ogni credo politico ed età, siano riusciti a lavorare insieme. E trovo questa capacità di abbattere barriere e differenze assolutamente fantastica».

Durante gli anni trascorsi a dirigere il 118 e l’elisoccorso, Landriscina ha tenuto aperto un confronto costante con il mondo delle associazioni, senza le quali la maggior parte dei servizi di soccorso non potrebbe essere garantita: «È un mondo che vive grazie a un sistema misto, un equilibrio tra professionisti e volontari. Ma questo equilibrio deve essere una standard su più livelli e in vari settori».

Passione e leggerezza

Ma è durante il Covid che i volontari si sono dimostrati ancor più importanti: «La voglia di mettersi in gioco l’abbiamo potuta toccare con mano in ogni singolo gesto. Le istituzioni ce l’avrebbero fatta? Forse anche sì, non lo so. Ma di sicuro è stata un’occasione di crescita collettiva».

Senza contare il contributo che il mondo del Terzo settore sa dare nella quotidianità: «I volontari sono portatori di leggerezza e questa leggerezza è un valore, un aiuto, uno stimolo. E poi c’è la passione, senza la quale nulla è possibile. Questo mondo è un mondo di passioni».

Per Landriscina, insomma, nessun dubbio: «Io credo che sia una fortuna che ci sia bisogno dei volontari. E ancor di più che ci siano i volontari. Guai a perderli».

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