Bimbi dimenticati, diritto di... Asylum
anche in periferia

L’associazione La seconda vita dell’ex nido di Camerlata. Ogni mercoledì i piccoli giocano e i nonni si incontrano: «Abbiamo un occhio di riguardo verso chi è più fragile»

Camerlata è un luogo di transito. Un quartiere lontano dalle cronache, attraversato da lunghe code di automobili che si muovono sull’asfalto, soprattutto nelle ore di punta, e dalle rotaie di una stazione ferroviaria ampliata di recente. Un luogo attorniato da un vecchio distretto serico ormai dismesso e da un polo ospedaliero migrato in gran parte altrove.

Una realtà fotografata anche dalla parabola dell’ormai ex asilo di via Colonna, davanti all’ingresso laterale del vecchio Sant’Anna. Fondato nel 1914, ha ospitato generazioni di piccoli camerlatesi per più di un secolo, per chiudere i battenti nel 2013 a fronte delle sempre più esigue iscrizioni, alimentate perlopiù dallo spostamento dell’ospedale. Una storia che si inserisce in una tendenza che sta diventando sempre più comune in gran parte del nostro paese. Eppure, in questo scenario che pare a tinte fosche, c’è chi prova a ricostruire una dimensione alternativa, di rivitalizzare una comunità.

Il centro educativo

Si tratta dell’associazione “Asylum - centro educativo di formazione e di aggregazione sociale”, costituitasi nel giugno del 2015, che due anni più tardi ha cominciato a utilizzare lo stabile, ampliando anche le attività che vi si svolgono in sinergia con altri soggetti del territorio.

«Siamo tutti volontari e abbiamo un occhio di riguardo per categorie fragili. Organizziamo molte attività rivolte ad anziani con Alzehimer e per bambini con autismo. Tra le molte altre cose che facciamo teniamo anche una colazione solidale una volta al mese con gli abitanti del quartiere» racconta la vicepresidente Silvia Ronchetti.

Le fa eco Paola Bernard, volontaria: «L’obiettivo è creare un luogo di aggregazione in quartiere sempre più disgregato. Le persone che vivono qui sono soprattutto anziani o giovani stranieri e non c’è un’edilizia nuova». Paola si occupa, insieme ad altre dieci volontarie che vengono da una passata esperienza professionale in asili nido, scuole primarie e spazi gioco comunali, dell’iniziativa Spazio piccoli e piccoli passi, lanciata l’anno scorso e ripartita all’inizio di ottobre.

L’appuntamento è ogni mercoledì, dalle 9 alle 12, in un luogo dove bambini da 0 a 3 anni che non frequentano i nidi comunali, senza distinzione di genere, possono trovare uno spazio giochi adatto alle loro esigenze e le loro mamme, papà, nonni, nonne o tutori e tutrici in genere hanno la possibilità di dialogare fra di loro e con le educatrici. La sala è coloratissima, ed è piena di giocattoli, libri e superfici morbide su cui i bimbi possono giocare. A metà mattina si svolge una momento di merenda collettivo, un’occasione per far emergere riflessioni. L’anno scorso, a margine dell’iniziativa, sono stati organizzati anche quattro incontri con esperti su temi come gli incidenti domestici o la disostruzione delle vie aree.

Il tessuto sociale del quartiere

«I bambini sono gli eterni dimenticati, e si pensa spesso che oltre a dei bisogni primari non necessitino di niente. In realtà anche le piccole cose rimangono nella loro storia personale» sostiene Nicoletta Pirotta, volontaria, che cita anche una storia che racconta il tessuto sociale del quartiere. «Anche il bambino sta sui barconi e non ha una struttura che lo accolga. L’anno scorso sono venute persone con storie di questo tipo con dei bimbi neonati, e però è difficile stabilire un contatto duraturo perché sono persone che se ne vanno molto velocemente».

L’iscrizione è aperta a tutti ed è richiesta una piccola quota di 4 euro per ingresso. Per informazioni e iscrizioni il numero da contattare è 3516477854, disponibile il martedi e il giovedì dalle 14 alle 15 e il mercoledì dalle 18 alle 19, mentre la mail è [email protected].

Inoltre, il 27 ottobre alle ore 20.00 si terrà una cena sociale in via Lancini a San Fermo della Battaglia per sostenere Asylum.

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