Dal lockdown alla Romania. “Supporto Attivo” non si ferma mai

Quartieri Dietro al lavoro del gruppo “Supporto attivo” un pool di giovani e giovanissimi sempre in prima linea

C’è chi era disposto, come Camilla, a raggiungere Rebbio da Canzo tre volte a settimana, per fare volontariato. Nello specifico, aiutare famiglie in difficoltà con la distribuzione di generi alimentari, raccolti attraverso donazioni o la raccolta alimentare in alcuni centri commerciali della città. E c’era chi, in principio, a Sagnino e nei quartieri limitrofi, portava la spesa ad anziani o persone impossibilitate a uscire in pieno lockdown. Con questo spirito, con una mentalità giovane e dinamica, dal 2020 si è fatto strada il gruppo Supporto Attivo, grazie all’opera di tanti volontari giovani.

Le prime “missioni” furono organizzate con ragazzi, praticamente tutti under 30. Lo ricorda Mattia Sacchi, uno degli ideatori: «L’idea di portare la spesa durante il lockdown, fu di un gruppo di ragazzi. Così come gli interventi a Blevio, dopo l’alluvione nell’estate 2021: grazie a un gruppo Telegram con 170 iscritti, organizzammo squadre di 15-20 persone per spalare fango e dare aiuto».

A caccia di una sede

Il gruppo ora è un po’ cambiato nei protagonisti, ma non nello spirito. L’emergenza in Ucraina e sul territorio ha indotto i ragazzi di Supporto Attivo a darsi da fare anche per la raccolta di materiale. Il tutto è sfociato in una missione in Romania al confine la scorsa primavera, mentre tutti i sabati e i martedì, a Rebbio, viene organizzata la distribuzione di generi alimentari. E continua la raccolta nelle Esselunga di via Carloni e Camerlata e al Gran Mercato di Sagnino: fra donazioni dei clienti e recupero dell’invenduto, sono state raccolte 45 tonnellate di cibo nel 2022. «La cosa nuova e interessante è che nella nostra attività di volontariato – spiega Sacchi – riusciamo a coinvolgere anche chi aiutiamo, soprattutto stranieri. Capita molto spesso che chi riceve un pacco alimentare, poi a sua volta aiuti nella confezione e nella distribuzione. Abbiamo circa 20-30 volontari, ma cambiano molto rapidamente, nel 2022 sono passate dal magazzino circa 70 persone: ecco perché l’età media si è un po’ alzata».

Sarebbe vitale, per tanti motivi, anche per ricreare un gruppo più a misura di giovane, avere una sede: «L’idea di diventare un’associazione è sempre viva. Stiamo avviando rapporti, per crescere e promuoverci, con realtà in crescita come Sinergie e FuoriFuoco. È uno degli impegni per il 2023. Avere una nostra sede sarebbe una svolta: penso a un luogo in cui i giovani possano stare e fare esperienze. Anche perché a Como sappiamo bene come manchino spazi di questo tipo per i ragazzi».

Quanti ragazzi coinvolti

Ma Supporto Attivo è ancora un gruppo che sa attrarre i giovani. Come Camilla Bossi, 22 anni, ma da molti ormai impegnata come volontaria e in pieno servizio civile al Csv di Como. Ai tempi delle superiori è stata a Incroci, nella Parada par Tücc: «Ora vivo a Como, ma venivo da Canzo tre volte a settimana per dare una mano. Ho conosciuto questa realtà e mi ha subito colpito la quantità di giovani coinvolti: mi è sempre piaciuta l’idea che delle persone facessero qualcosa per la comunità». Per Camilla, Supporto Attivo è del tutto particolare: «A differenza di altre realtà, ho avuto da subito un ruolo nelle decisioni, perché non ha una struttura “piramidale”. Si pensa e si fa tutti insieme. Inoltre, lo scambio intergenerazionale è un’esperienza interessante. In generale, a tutti i giovani consiglio di svolgere un’attività di volontariato».

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