Dario, un segreto nel cuore dell’Africa

Solidarietà Comasco, un impiego a Tavernola e una grande passione per i viaggi, la musica e la fotografia. Poi la morte, a 51 anni. E la scoperta dei parenti: da tempo era impegnato per sostenere una comunità in Burkina

Tutti conoscevano le passioni di Dario Cappelletti. Era una persona normale, un impiego a Tavernola alla multinazionale Akzo Nobel. Un uomo che amava i viaggi, specialmente quelli avventurosi, la fotografia e la musica: le sue grandi passioni. Nessuno però sapeva che l’Africa gli era talmente entrata nel cuore che, senza dire una parola ad amici e conoscenti, aveva cominciato ad aiutare una piccola parrocchia in Burkina Faso a pochi chilometri dalla città di Bobo Dioulasso, la seconda città più grande del paese africano, con gesti concreti.

Dario però muore il 2 settembre 2020, per un male incurabile, a soli 51 anni. E la “verità”, questo suo aspetto così intimo, questa generosità così tangibile e non sbandierata, emerge quasi casualmente. Lo racconta bene suo cognato, Andrea Tettamanti: «Riallacciando alcuni rapporti, è emerso questo aspetto di Dario: sapevamo tutti che amava viaggiare. Era stato in Sudamerica, in Europa del Nord. Anche viaggi molto avventurosi, da quello che ci raccontava: lo prendevo anche in giro, in una zona pericolosa pagò una squadra armata che accompagnasse lui e i suoi compagni. Poi però abbiamo scoperto, tramite un amico che fa parte di un’associazione che ha progetti avviati in Burkina Faso, che Dario era rimasto colpito da una mamma con un bambino piccolo nel villaggio di Sabaribougou: senza dire niente, aveva cominciato ad aiutarla economicamente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA