Filippo, in cammino tra talento e passione

La storia Dalla musica all’amore per il violino fino al mestiere del liutaio: «Tante persone si sono messe in gioco per me»

Ogni gesto una cura, ogni rifinitura un tocco d’artista intriso di passione. C’è qualcosa di poetico, quasi di magico, nel ridare vita a uno strumento. Rimetterlo a nuovo è un’emozione che poi, grazie alla musica che potrà tornare a suonare, ne genererà delle altre, sempre nuove. Oggi Filippo Villano, 25 anni, quella sensazione la conosce bene. La prova ogni volta che entra nella sua bottega di Buccinasco per esercitare la professione del liutaio, molto più di un semplice lavoro, tanto da affermare: «Arriva sera e non me ne sono accorto. Sono contento di ciò che faccio. L’obiettivo di lavorare con passione è divertirsi ed essere soddisfatti del prodotto, di cosa siamo stati capaci di realizzare con le nostre mani».

I sentieri ritrovati

Per arrivare a un epilogo dolce e appagante, però, è stato necessario fare un percorso tortuoso, un viaggio, prima, alla scoperta di se stesso, delle proprie passioni e dei propri talenti, poi coltivati a partire dalle superiori, alla scuola Oliver Twist di Cometa, a Como. E a proposito di passioni, ce n’è una che Filippo ha sempre avuto e che sognava di tramutare in un lavoro: la musica. «Mi è sempre piaciuta la musica classica e in particolare le ‘Quattro stagioni’ di Vivaldi –racconta – In due o tre anni mio papà mi ha comprato almeno otto dischi con questo brano, finché a sette anni, esasperato, non mi ha comprato un violino dicendomi, scherzando, che avrei dovuto imparare a suonare le Quattro stagioni da solo. A otto anni ho iniziato a studiare questo strumento e la musica mi ha portato in un viaggio bellissimo, fino a suonare nell’International Musical Friendship, che mi ha permesso di conoscere tante persone di provenienze e culture diverse».

Un amore, quello per la musica, che poi ha trovato il modo di fondersi con il talento per la lavorazione del legno, scoperto tra i banchi di scuola. «In Cometa mi hanno fatto conoscere il mondo del legno. Negli anni avevo perso un po’ di entusiasmo, perché viviamo nell’epoca delle grosse catene, in cui le macchine fanno tutto il lavoro. Per fortuna ho trovato un professore, Pietro Garbagnati, che mi ha sfidato a costruire qualcosa con le mie mani. Una mattina, guardando il mio violino, ho deciso di proporgli di costruirne uno. Pensavo mi desse del pazzo, invece ha accolto la mia proposta. È stata una svolta, anche se trovare qualcuno che mi facesse fare tirocinio in un ambito così delicato è stata un’impresa. Oggi, dopo aver preso il diploma e fatto quattro anni di scuola civica di liuteria, ho fatto della mia passione un lavoro».

La parte più incredibile del racconto, però, non è tanto il punto di arrivo, quanto il cammino di Filippo. A un certo punto del proprio percorso di studi, infatti, sembrava avere perso la strada, come in un bosco buio: «Ho incontrato persone che mi hanno sminuito – racconta – Dicevano che non sarei mai riuscito a proseguire gli studi e a fare qualcosa di buono. Il problema, però, probabilmente, era che il metodo di insegnamento più tradizionale, frontale, non faceva per me». Ostacoli che, purtroppo, sempre più ragazzi, oggi, si trovano a dover fronteggiare. I dati riguardanti l’abbandono scolastico in Italia delineano uno scenario per nulla incoraggiante. A incidere, è il passaggio dalle medie alle superiori, la scelta di un indirizzo di studi che spesso non tiene conto delle reali passioni e dei reali talenti degli studenti, in difficoltà nell’orientarsi, nello scoprire realmente le proprie potenzialità e i propri punti di forza. La fortuna di Filippo è stata quella di trovare persone disposte ad accompagnarlo lungo una nuova via, intrapresa con impegno e determinazione. E forte della sua esperienza, di un percorso che lo ha aiutato a ritrovarsi, a formarsi, a crescere. «Il grande cambiamento è stato passare dal cercare di assimilare concetti passivamente all’essere protagonista – rivela Filippo - in un contesto comunque protetto, in cui ero libero di sbagliare, ma che mi dava la possibilità di fare davvero e di vedere il risvolto pratico di ciò che studiavo. Quello che cerco di trasmettere agli studenti che incontro è l’importanza del dialogo con la famiglia e gli insegnanti. Quando qualcosa non funziona più, bisogna trovare insieme una via alternativa per continuare a imparare. Nel mio percorso ci sono state tante persone che si sono messe in gioco per me – chiosa - Se l’hanno fatto loro e altri, come la mia ragazza e i miei genitori, lo stanno facendo tuttora, perché non dovrei farlo io, per me stesso?».

*Sentieri Ritrovati è un percorso che vuole raccontare l’esperienza di alcuni studenti della Scuola Oliver Twist: un luogo, dove il cuore è la cura della singola persona nella certezza che ciascuno è unico e irripetibile.Gli studenti sono accompagnati nell’intero percorso formativo, anche grazie a IGT Italia, con il progetto #SeguiamoLaCometa, che sostiene gli studenti e li supporta nell’affrontare nuove sfide trasformandole in opportunità di crescita, anche professionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA