I cani guida: quei nostri occhi a quattro zampe

Buone prassi A Limbiate un centro di addestramento all’avanguardia, nato da un progetto realizzato nel 1959

«Dare un cane a una persona non vedente, è ridarle la vita». Lo dice con convinzione il cavaliere Giovanni Fossati, imprenditore canturino, da 12 anni presidente del Servizio cani guida dei Lions: all’interno di un’area di 25mila metri quadrati a Limbiate, faceva parte dell’ex manicomio di Mombello, dal 1975 nascono, crescono e vengono addestrati cani guida che poi affiancheranno persone non vedenti. Un progetto voluto e realizzato nel 1959 da Maurizio Galimberti: ingegnere aeronautico, figlio di una ricca famiglia milanese, rimase cieco durante la Seconda Guerra Mondiale in un incidente aereo, lui pilota dell’aviazione da caccia. In Germania comprò un cane addestrato per non vedenti e così riacquistò una certa autonomia.

Un legame fortissimo

Tornato in Italia volle rendere accessibile al maggior numero possibile di persone un servizio per lui vitale e per questo fondò il Servizio cani guida dei Lions trovando forte sostegno nel Lions Club Milano Host, il più antico d’Italia, di cui divenne socio. La prima sede fu Milano al quartiere Gallaratese, nel 1973 il Centro ha trovato casa a Limbiate diventando operativo nel 1975.

Oggi il Servizio è punto di riferimento europeo e a fine febbraio ha superato i 2mila cani guida affiancati a persone non vedenti. A dimostrare la bontà e la solidità del progetto più che i numeri sono le storie di chi ce l’ha fatta a “uscire dal buio”. Fossati ne racconta due. «Ricordo un giovane uomo di Milano, girava il mondo per lavoro, ma a causa di una malattia purtroppo perse la vista. Una ragazza riuscì a portarlo fuori dal buio: hanno costruito insieme una famiglia, hanno tre figli e lei lo convinse ad avere un cane guida. Uno dei tre bambini però non camminava e nemmeno parlava ma dopo un anno, appoggiandosi al nostro cane guida, aveva imparato a camminare e a parlare». Il legame tra cane e famiglia in cui viene accolto è fortissimo. «Cane e padrone vivono in simbiosi - prosegue il presidente - Uno non può fare a meno dell’altro». Lo dimostra il caso di un cieco di Torino. «Dopo 4 anni di convivenza il cane guida contrasse la sua stessa malattia: non vedeva più. L’affetto però era talmente forte che non solo il signore torinese decise di tenerlo, ma il nuovo cane guida che gli assegnammo portava in giro entrambi: cane e padrone non vedenti».

Assegnazione gratuita

I cani guida vengono assegnati gratuitamente ai beneficiari. «Per la precisione in comodato d’uso gratuito perché rimangono intestati a me, così il contatto è costante e soprattutto vogliamo assicurarci che vengano trattati bene».

Il progetto è sostenuto dalle donazioni: il lascito del fondatore, i contributi di molte aziende, dei Lions, dei Leo, delle Regioni Lombardia e Puglia e della generosità di tanti sostenitori. Dopotutto allevare, crescere e addestrare ogni singolo cane costa 25mila euro. Diventa così fondamentale l’aiuto economico attraverso il 5 per mille (gli estremi per la donazione sono sul sito www.caniguidalions.it) e non deve mancare l’impegno diretto di amici e simpatizzanti. «Siamo sempre alla ricerca di Puppy Walker: persone pronte ad accogliere cuccioli in affido prima dell’assegnazione al non vedente». I cuccioli hanno 4 mesi quando lasciano il Centro e vanno a vivere con le famiglie affidatarie. Nell’arco di 8 mesi imparano a affiancare l’uomo. «Una volta al mese tornano al Centro e infine, raggiunto l’anno di vita, devono essere riconsegnati per la fase finale della preparazione».

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