Il volontariato si allea con la sanità: «Una rivoluzione»

Salute Asst Lariana, co-progettazione con terzo settore. Rispondono all’appello 60 associazioni: «Cambia tutto»

La visione? «L’apertura verso il territorio del mondo della sanità, per accorciare le distanze con i pazienti. Il progetto è quello della casa come primo luogo di cura. Grazie all’alleanza con il terzo settore potremo realizzarla».

Sono oltre sessanta le associazioni di volontariato della provincia di Como che hanno risposto alla manifestazione d’interesse finalizzata alla collaborazione tra Asst Lariana e gli enti del terzo settore. Un avviso dedicato alle attività territoriali nei Distretti ma anche progetti che riguardano gli ospedali. «Una risposta per certi versi sorprendente, che ci ha stupiti e fatto veramente piacere» spiega la dottoressa Raffaella Ferrari, direttore sociosanitario di Asst Lariana.

L’obiettivo comune

Ma perché l’azienda socio sanitaria territoriale chiama a raduno il mondo del volontariato? «L’assistenza territoriale - spiega Raffaella Ferrari - deve cambiare in tutta Italia, e non solo in Lombardia. E questo cambiamento pone l’accento sul rapporto che deve essere instaurato con le associazioni di volontariato. L’obiettivo comune è garantire accessibilità e vicinanza alle cure a tutti. E con il mondo del terzo settore questo progetto può essere raggiunto in modo più efficace». Tutto nasce da un primo incontro tra Asst Lariana e il Centro Servizi per il Volontariato di Como: «Ci siamo fatti consigliare da loro sull’azione più efficace per coinvolgere le associazioni - prosegue la direttrice sociosanitaria - La Lombardia, e la provincia di Como in particolare, sono territori ricchissimi su questo fronte. Ed è negli obiettivi strategici aziendali non perdere la collaborazione con questo grosso potenziale. Da qui la decisione di conoscere gli enti del terzo settore e pensare ad attivare una progettazione condivisa con loro».

C’è un cambio radicale di rapporti tra volontariato e quello che, un tempo, era conosciuto solo come ospedale Sant’Anna (ma che oltre l’ospedale gestisce i sei distretti sanitari sul territorio). Prima erano le associazioni a proporsi o era la sanità a “sfruttare” (nell’accezione migliore del termine) le risorse del terzo settore. «Adesso siamo di fronte a una rivoluzione - prosegue la dottoressa Ferrari - Rivoluzione che inizia con la legge di riforma del sistema socio sanitario che prevede la collaborazione diretta tra le istituzioni sanitarie le realtà di volontariato».

Il primo passaggio è stato il confronto con il Csv di Como. Il secondo la manifestazione di interessa alla quale hanno risposto oltre sessanta realtà della nostra provincia. «Volevamo avviare una procedura di mappatura degli enti del nostro territorio cercando di incontrarli e quindi avviare con loro una collaborazione. In un’ottica di vedere insieme problemi e possibilità, e quindi avviare un percorso di costruzione insieme. Non più quello che avveniva prima, lodevolissimo sia ben chiaro, ma un po’ rigido: l’ente che aveva individuato un modello e un progetto e lo presentava, oppure un’azienda che chiedeva un determinato prodotto. Qui si tratta di costruire un legame profondo sulla conoscenza delle possibilità e dei bisogni. Considerando tutti coloro che possono offrire qualcosa, senza lasciar fuori enti magari meno noti, che però hanno idee e potenzialità che servono e sono utili».

Ci si rivede a settembre

Prossimo appuntamento a settembre, quando le oltre sessanta realtà del terzo settore saranno chiamate a un confronto diretto tutti insieme e con Asst Lariana: «Noi dovremo essere capaci di fare ricognizioni dei sei Distretti, verificare i bisogni dell’utenza, intervenire con monitoraggi e assistenza domiciliare più elevata. Gli enti ci forniranno le loro idee e il loro contributo. Di qui un incontro che potrà portare a costruire un progetto rivoluzionario, per il bene di tutti»

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