La giustizia che funziona è quella che ripara

Insubria Al centro del convegno di Sant’Abbondio l’idea di un’alleanza fondamento del bene comune

Rispetto, dialogo, trasformazione, ascolto, empatia, incontro, coraggio, riconoscimento. E ancora, crescita, responsabilità, comprensione, reinserimento, prendersi cura, relazioni, persone. Dopo aver ascoltato alcuni tra i più autorevoli operatori della giustizia riparativa in Italia e non solo, dalla platea Lorenzo Vella - maturità quest’anno e servizio civile al Centro di servizio per il volontariato di Como - ha lanciato una sfida: provare a definire in poche parole cosa sia la giustizia riparativa.

Dopo quelle dei relatori, dal pubblico in sala, come un’onda, ne sono partite tante e tante altre.

«Ecco - è stato il commento di Bruna Dighera, moderatrice del convegno - questa è la giustizia riparativa».

Un racconto collettivo

La giornata di martedì scorso all’Università dell’Insubria di Como è stata un’occasione di prezioso confronto tra le diverse visioni della sua applicazione concreta, ma soprattutto un coinvolgente racconto collettivo di esperienze che ciascuno dei relatori - mediatori, formatori, giuristi, psicologi - ha restituito partendo dalle proprie competenze, dai successi e dalle fatiche. Con la forte convinzione che la giustizia riparativa richieda un’alleanza per il bene comune, oltre le matrici della punizione e per la cura delle sofferenze che la contrapposizione violenta porta in tutti gli strati della società.

Tra gli ospiti internazionali, la mediatrice e giurista Janet Hope che ha riportato le esperienze della capitale australiana Canberra; Bruna Dighera del Tavolo dell’Innominato di Lecco e la professoressa Grazia Mannozzi, direttrice del Centro di ricerca su giustizia riparativa e mediazione penale presso l’Università dell’Insubria, autrice del primo manuale italiano in materia e tra gli estensori della Legge.

Preziose le testimonianze di Patrizia Patrizi, presidente del Forum europeo della giustizia riparativa e di Giovanni Ghibaudi, mediatore e formatore che da oltre trent’anni si spende perché diventi un humus culturale.

Le giuriste Chiara Perini e Viola Molteni hanno illustrato il raccordo tra la Legge emanata lo scorso anno con la Riforma Cartabia e l’apporto che essa può dare nella gestione dei conflitti nella comunità e nell’ambito dei reati di tipo ambientale.

Tutti gli enti coinvolti

L’evento è stato promosso da Azienda sociale comasca e lariana, Centro servizi per il volontariato Insubria, Associazione Comunità il Gabbiano, in collaborazione con il Centro studi giustizia riparativa e mediazione dell’Università dell’Insubria e con il Tavolo giustizia riparativa di Como, nell’ambito del progetto regionale “Un futuro in comune” finanziato da Cassa ammende. Al sito di Arci Ecoinformazioni, che ha curato la registrazione dell’evento, è possibile riascoltare tutti gli interventi.

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