Per 15 anni direttore della Caritas di Como, il ricordo della moglie a un anno dalla morte: «Il mio Roberto, modello di umanità»

Como Il ricordo della vedova del direttore della Caritas. Un uomo per il quale la famiglia è sempre stata la priorità

Chi ha avuto modo di conoscerlo più da vicino sa che nella vita di Roberto Bernasconi la famiglia è sempre stata una priorità. Non c’è da stupirsi, dunque, se nella prima intervista – rilasciata all’indomani della sua nomina a direttore della Caritas diocesana di Como, nel 2007 – presentandosi disse di essere «un sposato con Laura, con una figlia, Sandra».

Un anno dopo

Tra dieci giorni sarà trascorso un anno dal momento in cui terminò la propria esistenza terrena colui che – riprendendo un’espressione cara a papa Francesco – il vescovo Oscar Cantoni definì «santo della porta accanto». Ma anche «modello di vita cristiana e di umanità profonda nei suoi tanti volti di battezzato, sposo, padre, nonno, lavoratore, diacono permanente e direttore della Caritas».

Già, Bernasconi fu davvero marito, papà e nonno. «Mi manca tantissimo. Lo sento, comunque, sempre vicino a me, specie quando chi l’ha conosciuto desidera condividere con me qualche ricordo». Sono le parole della moglie Laura Casartelli con cui ha trascorso 41 anni di matrimonio, preceduti, tiene a precisare, «da nove mesi di fidanzamento». Davvero una vita assieme. Eppure, come sempre accade in queste circostanze, «mi sembra ieri quando ci siamo sposati e abbiamo iniziato la nostra storia d’amore, che molto deve alle radici di entrambi: siamo cresciuti tutti e due in una famiglia semplice, dai nostri genitori abbiamo avuto il dono della vita e della fede».

Fede che, in questo primo anno senza Roberto, è riuscita a donare alla moglie un po’ di consolazione. «Come prego adesso per lui, così facevo anche quando era direttore della Caritas e doveva girare in lungo e in largo la nostra grande diocesi: l’ho sempre accompagnato così, chiedendo al Signore il suo bene».

Parole cariche di tenerezza e di amore sponsale, virtù comuni ad entrambi. «Avevamo due caratteri complementari: Roberto amava far da mangiare, io lavavo i piatti. Ancora, lui sapeva orientarsi benissimo, a differenza di quanto non sappia fare io. Insomma, tante piccole cose che ci hanno permesso di camminare insieme e andare lontano».

La nomina alla Caritas

Laura ricorda ancora «l’emozione di quando, nell’estate 2007, il vescovo Diego Coletti lo scelse per dirigere la Caritas, cui ha dedicato tutte le sue forze fino alla fine dopo la pensione. Essendo il diaconato il servizio della carità, ha vissuto questo incarico con grande senso di responsabilità, senza mai sottrarsi». Anche nei mesi più duri della pandemia, sfidando il virus, Bernasconi è sempre stato accanto ai più poveri: per lui non poteva essere altrimenti.

«Con Roberto al mio fianco – conclude – ho imparato che il bello della vita è nella concretezza e nei piccoli gesti quotidiani. Pure quando tornava a casa la sera stanco, non ha mai rinunciato a giocare con i nostri nipoti, mettendo al primo posto i suoi affetti».

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