
(Foto di archivio)
Cambiare Gli adempimenti burocratici rappresentano per molti un peso maggiore rispetto alle opportunità offerte. Bobba, “padre” della legge: «Nuovi compiti e responsabilità, ma con poche forze in campo a livello ministeriale»
Riforma del terzo settore. Se mettiamo sul piatto il peso degli adempimenti burocratici e la fiducia per le nuove opportunità, la bilancia pende dalla parte dei primi. Così è, al momento, nella percezione delle organizzazioni del terzo settore. A prevalere sono le difficoltà di adeguarsi alle normative, mentre vengono colte solo in parte le potenzialità, tante, che la riforma può offrire. Così sintetizza, riportando i risultati di un’indagine a campione, l’onorevole Luigi Bobba – già sottosegretario al Welfare e promotore della Legge di riforma del terzo settore - chiamato a fare chiarezza nell’incontro che si è tenuto all’Enaip di Como il 9 settembre. “Riforma del terzo settore: a che punto siamo?” il titolo della conferenza organizzata nell’ambito del progetto FacilitAzioni di cui è capofila Auser e che vede in campo, quali partner, Acli Como, Enaip, Arci Ecoinformazioni e Lila Como.
Bobba si è speso in prima persona per il riordino, giuridico e civilistico, di una galassia che comprende onlus, imprese sociali, organizzazioni per il volontariato e associazioni di promozione sociale. Dunque, a che punto siamo? Come sono messe le organizzazioni rispetto alla riforma?
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