Diciotto milioni sulle piste: le speranze elvetiche per un inverno “caldo”

Lo studio Le previsioni del centro di ricerca del Politecnico di Zurigo indicano un aumento dell’1,6% dei pernottamenti. Con qualche ombra

Sarà un inverno caldo: il meteo non c’entra, ma si tratta delle previsioni di movimento turistico in Svizzera. Anzi le speranze sono rafforzate anche dall’ipotesi di un po’ di neve in più verso primavera.

L’ottimismo viene da una previsione del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (Kof). Dalle statistiche, il numero di pernottamenti per la stagione invernale 2023-2024 registrerà un incremento dell’1,6% e raggiungerà i 17,7 milioni. Ciò significa un andamento che supera quello precedente la pandemia.

Ottimismo

Perché questo prudente ottimismo? Ci si aspetta qualche visita in più da parte dei i turisti europei – tornando ai livelli prepandemici - e in particolare dalla vicina Germania. Ma anche la Cina potrebbe fare la differenza, nonostante non si possa prevedere un ritorno ai dati precedenti in questo caso. L’estate conferma la maggiore attitudine a viaggiare in Svizzera, ad esempio dagli americani: dagli Stati Uniti proprio ci si aspetta un bel riscontro.

La notizia negativa, casomai, riguarda il turismo interno che sembra destinato a rallentare. Anche gli svizzeri, dopo gli anni limitati dalla pandemia, vogliono riprendere a viaggiare oltre confine, per l’appunto. Secondo il Kof, il numero di ospiti svizzeri invece è destinato a diminuire leggermente dopo i buoni risultati registrati nel 2022, poiché tra il popolo elvetico è aumentata la voglia di trascorrere le vacanze - e il proprio tempo libero - all’estero e non in patria.

Proprio il successo della stagione estiva induce a guardare in rosa, come si accennava. L’estate 2023, soprattutto se confrontata con altri Paesi europei, Si può definire decisamente buona. È vero che i turisti elvetici hanno rallentato leggermente il ritmo, ma è pur vero che il volume è rimasto sorprendentemente elevato e ha registrato un calo meno marcato del previsto, dice il Kof. Si può parlare di un trend positivo a lungo termine durante i primi e tardi mesi estivi: in quei periodi gli svizzeri scelgono sempre più spesso viaggi nazionali e il Ticino È una delle regioni che ha più appeal.

Questa resilienza dei dati del turismo svizzero - si sottolinea - contrasta con un rallentamento economico globale minato dalla recessione economica in Cina e dall’inasprimento della politica monetaria: fattori che non possono non incidere sui viaggi internazionali.

Si cita proprio il caso della Cina alle prese con e la crisi immobiliare e il calo del livello di fiducia nel governo per le rigide restrizioni Covid improvvisamente revocate. Considerati i requisiti di visto più severi per i turisti cinesi, Kof ha i rivisto al ribasso i tassi di crescita.

Dalla Russia

Certo, resta la brutta notizia della Russia che non è più per ovvie ragioni un serbatoio di visitatori in Svizzera. Le sanzioni imposte hanno Provocato un continuo calo del turismo russo. Basti pensare che durante i mesi estivi è stato pari a circa il 30% rispetto al livello del 2019. L’inverno era una stagione apprezzata da questi ospiti. Con le sanzioni c’è un impatto definito particolarmente grave sul numero totale di pernottamenti, soprattutto durante i mesi invernali – gennaio in testa - che in passato erano molto gettonati dai russi. La tendenza sembra destinata a continuare per tutto il prossimo inverno.

Per fortuna ci sono gli americani che hanno dato un forte impulso al turismo svizzero quest’estate. Una crescita del 22% dei pernottamenti rispetto all’estate scorsa induce a sperare.

Poi ci sono i francesi. Negli ultimi due anni - si spiega - i pernottamenti si sono stabilizzati su un livello più elevato rispetto a quelli provenienti dal resto d’Europa. Kof è convinto che questo livello più alto si consoliderà in una certa misura. Alla base questo dato: nonostante l’incertezza macroeconomica, le stagioni estive 2022 e 2023 hanno ampiamente superato i livelli pre-crisi (in aumento dell’8% nel 2022 e del 13% nel 2023). Questo trend contrasta con il numero dei pernottamenti degli ospiti provenienti dalla Germania e dall’Italia.

E Il Regno Unito? Altro dato interessante. In agosto i pernottamenti dei turisti britannici hanno raggiunto il livello più alto dal 2010. Per loro quella del 2023 è stata l’estate della ripresa, dopo il prolungato rallentamento economico causato dalla Brexit. Ciò non induce a pensare che ci sarà un grande aumento, ma più probabilmente il numero di visitatori ristagnerà.

Insomma, nell’inverno 2023/24 il Kof prevede un aumento dei pernottamenti fino a 270.000 unità, il che corrisponde a un aumento dell’1,6% rispetto alla stagione precedente.

Con una riflessione: le temperature insolitamente calde del marzo 2023 hanno avuto un impatto fortemente negativo sugli affari invernali dello scorso anno (quasi 170.000 pernottamenti in meno rispetto a marzo 2019). Si spera che quest’anno sia una musica diversa.

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