Hotellerie Suisse ottimista
«Ma c’è il problema costi»

La situazione Le strutture ricettive guardano al futuro con occhi benevoli Pur non nascondendo gli ostacoli, soprattutto legati all’economia globale

Gran parte delle strutture ricettive svizzere “è soddisfatta dei fatturati realizzati nei mesi estivi, perlopiù superiori rispetto all’anno scorso” e anche le previsioni per la stagione invernale «sono improntate all’ottimismo».

Questa la fotografia scattata da HotellerieSuisse, influente Associazione di categoria forte sul territorio federale di oltre 3 mila soci, di cui ben 2 mila strutture alberghiere. Gran parte degli associati intervistati ha affermato di essere in linea con i livelli record della stagione record 2022/23. «Le prospettive positive sono in parte offuscate dalla persistente pressione dei costi, dalle difficoltà nel reclutamento di apprendisti e dalla carenza di personale qualificato», si legge nel dettagliato e atteso report.

Le interviste

A livello generale, se lo scorso anno le aziende intervistate hanno registrato una ripresa costante, nell’ultima indagine di HotellerieSuisse la stragrande maggioranza delle aziende ha dichiarato di aver raggiunto nella stagione estiva 2023 un fatturato superiore al 2022. Pandemia e la conseguente crisi possono dirsi ormai definitivamente alle spalle.

Già nella stagione estiva 2022, in Svizzera il numero dei pernottamenti ha quasi raggiunto quello del 2019, l’ultima stagione estiva prima dello tsunami generato dal Covid. Ora però la maggior parte delle aziende ha segnalato un aumento del fatturato rispetto alla stagione estiva 2022, superando per la prima volta anche il livello precrisi anche d’estate, con una quota elevata soprattutto in città. In particolare, il 65% (delle strutture oggetto del report, ndr) ha incrementato il fatturato rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda la stagione invernale, la crisi è stata superata già nella stagione record 22/23. «Molto positivo è il fatto che attualmente la maggior parte delle aziende prevede di generare nella prossima stagione invernale un fatturato simile a quello della stagione record di un anno fa - ha rimarcato HotellerieSuisse -. Il 30% si aspetta addirittura di fare ancora meglio dell’anno precedente. Meno della metà (14%) si aspetta una contrazione. Un dato degno di nota, visto che la stagione invernale 22/23 in termini di pernottamenti è stata comunque la migliore del secolo».

Se da un lato aumentano i fatturati, dall’altro il settore deve confrontarsi con un aumento dei costi. Per garantire un’elevata qualità dei servizi a lungo termine, per molte aziende si è reso necessario un aumento dei prezzi. E così, una parte dell’aumento dei costi di energia, personale e rincaro per inflazione generale è stata inevitabilmente trasferita alla clientela.

Personale

La nota, sempre più spesso dolente, del personale, infine. Più della metà degli intervistati (56%) provenienti dalle regioni montane ha dichiarato che il reclutamento rappresenta una sfida. Anche nelle città un’azienda su quattro (24%) ha avuto difficoltà nella ricerca di “talenti”. “Non sorprende che gli intervistati considerino la carenza di personale qualificato la massima sfida per il settore”, la sottolineatura forte di HotellerieSuisse. Dinamiche peraltro queste ultime speculari a quelle in essere anche su questo lato del confine.

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