Ingegneri, elettricisti e tecnici: in Svizzera servono 83mila lavoratori

Il rapporto di Basilea Secondo il centro di ricerche Bak Economics l’economia elvetica necessita di nuove forze

Per capire quale e quanto sia pressante la ricerca di manodopera oltreconfine, anche alla luce delle ripercussioni del nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia pienamente operativo dal primo gennaio, basta riportare per esteso il dato ufficializzato dal centro di ricerche, con sede a Basilea, Bak Economics, che in buona sostanza evidenzia come le industrie metalmeccaniche e del settore elettrico su tutto il territorio federale siano alla ricerca di 83 mila nuovi lavoratori.

Questo in virtù delle espansioni produttive in essere nonché dei prossimi pensionamenti.

«La futura, ma imminente carenza di manodopera deriva dalla percentuale di nuovi pensionamenti nonché dalla crescita dell’occupazionale prevista per i prossimi anni. Questo gap può essere colmato in particolare attraverso l’aggiornamento professionale, la formazione, il pensionamento posticipato o, in singoli gruppi professionali, con un maggiore utilizzo della digitalizzazione - si legge nel report di Bak Economics - Altri gap esistenti devono essere colmati attraverso l’immigrazione e l’impiego di lavoratori frontalieri».

Tema questo che riguarda da vicino i rapporti con il nostro Paese. In generale le figure più ricercate sono ingegneri, elettricisti e i tecnici elettronici. In termini assoluti, la domanda aggiuntiva di metalmeccanici e meccanici di produzione è la più alta, con circa 14mila dipendenti - ha rivelato Bak Economics - A seguire figurano gli specialisti in ingegneria (6700)».

Inevitabilmente, dunque, il progresso tecnologico avrà un forte impatto sulla futura domanda di lavoro, che si svilupperà - secondo gli attuali criteri - in modo molto diversificato da qui ai prossimi 10 anni.

Di sicuro, il progresso tecnologico (digitalizzazione) giocherà un ruolo decisivo in questo senso, così come l’evoluzione della domanda - da qui ai prossimi anni - per quel che concerne le industrie metalmeccaniche e in generale il comparto industriale.

«Anche le professioni scientifiche (compresi gli ingegneri e i matematici) e i manager della produzione registreranno una crescita significativamente superiore alla media - l’ulteriore sottolineatura targata Bak Economics - Tutto questo ricordando che quasi un dipendente su cinque nel comparto industriale (19%) andrà in pensione entro 10 anni».

«Si tratta di un aumento di quattro punti percentuali rispetto a dieci anni fa (15%), che riflette l’invecchiamento della società. La percentuale più alta di nuovi pensionamenti tra gli attuali dipendenti si registra tra gli amministratori delegati. Più di uno su quattro dovrà essere sostituito (o posticipare il pensionamento) entro 10 anni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA