La vacanza nello chalet: quando la tradizione diventa un patrimonio

Il fenomeno Una realtà storica che in Svizzera nasce alla fine del Settecento. E affascina ancora i visitatori intenzionati a uscire dai circuiti tradizionali

La primavera è una delle stagioni ideali per godere delle montagne svizzere e delle loro tradizioni storiche, ma anche sociali e culturali alle quali la Confederazione è particolarmente attenta. Un’attenzione che si traduce nella difesa di alcuni simboli storici come lo sono gli chalet diventati identificativi irrinunciabili nella diffusione dell’immagine della Svizzera nel mondo.

Dagli orologi a cucù, giù giù fino ai gadget, lo chalet lo conoscono tutti, ma pochi sanno quale è la sua storia e il suo ruolo nei secoli. Per colmare le lacune, ma anche per capire la portata turistica della costruzione montana, da marzo al prossimo giugno, lo chalet è protagonista di una mostra alla biblioteca nazionale di Berna dal titolo “Chalet. Nostalgia, kitsch e cultura della costruzione”.

La mostra

La Biblioteca propone con il partner Gelbes Haus Flims un’analisi spiritosa dello chalet e di quello che ha significato e significa attraverso tre temi chiave: nostalgia, kitsch e cultura della costruzione.

La tipica casetta in legno intagliato è infatti diventata un prodotto di esportazione di grande successo dai souvenirs ai modelli che l’hanno portata, come costruzione, in quasi tutto il mondo fino alla regione di Bariloche in Argentina oppure in Canada dove nel 2021, secondo swissinfo.ch sono stati messi in vendita sei chalet storici svizzeri sulle Montagne Rocciose per 2,3 milioni di dollari canadesi (1,64 milioni di franchi svizzeri). Questi chalet facevano «parte anche della storia svizzera, poiché si tratta di un’eredità della presenza delle guide alpine elvetiche nella Columbia britannica. Verso il 1900, dei cittadini confederati erano stati assunti come guide dalla compagnia ferroviaria canadese Canadian Pacific Railway (CPR) per accompagnare i turisti sulle numerose e impegnative vette della regione».

Quella degli chalet è una realtà storica che nasce da lontano, dalla fine del Settecento e continua ad affascinare i turisti che li scelgono fin da più di 600 anni, quando il turismo d’élite li sceglieva come meta di soggiorni esclusivi. La mostra di Berna lo sottolinea spiegando che gli chalet ebbero importanza quando «letterati stranieri e viaggiatori benestanti cominciarono a scoprire le Alpi come rifugio romantico. Il paesaggio alpino con i suoi pascoli, gli chalet e la gente di montagna simboleggiava i valori democratici e genuini della Svizzera. Grazie al suo carattere semplice e iconico, lo chalet si rivelò perfetto come souvenir e articolo da esportazione. Si diffuse così in tutto il mondo” e complice della diffusione della moda dello chalet fu anche “Jean-Jacques Rousseau (1712–1778) che promosse in tutta Europa l’entusiasmo per le montagne svizzere con le loro pittoresche casette di legno».

Letterati e dintorni

Lo chalet è riuscito anche a stare al passo con i tempi, visto che il fatto di essere costruito in legno lo ha inserito anche nel novero delle abitazioni sostenibili e capaci di adattarsi anche ai cambiamenti climatici in atto in conseguenza del fatto che il legno può assorbire l’anidride carbonica e garantire un microclima gradevole.

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