Svizzera, tra società e ambiente: secondo la statistica Ambiente dell’Ust non sempre il rapporto è semplice

Il rapporto Luci e ombre nella statistica Usi, che analizza l’uso del territorio. Superfici coltivabili in aumento, ma anche sei milioni di tonnellate di rifiuti

Il feeling con la natura è alimentato dalla bellezza del paesaggio in Svizzera. Ma ciò non toglie la fatica nel tutelare l’ambiente. Luci e ombre sono distribuite nella statistica tascabile Ambiente dell’Ust, che illustra appunto i rapporti tra società e ambiente per mezzo di indicatori. Tanti elementi vengono sviscerati nel rapporto, in modo efficace, per tratteggiare ciò che è stato realizzato, ma anche e soprattutto ciò che va costruito.

Le curiosità

Non mancano le curiosità all’interno del rapporto. Come quella secondo nel 2021 le superfici coltivabili che hanno beneficiato dell’impollinazione prodotta dagli animali corrispondevano a circa 44.000 ettari, vale a dire il 4% della superficie agricola utile e il 15% della superficie coltivata e con colture perenni.

D’altro canto, lo scorso anno la Confederazione elvetica dipendeva per il 70% dall’estero per l’approvvigionamento energetico, anche se va precisato che la tendenza era al ribasso. E ancora, sullo Jungfraujoch (3580 m s.l.m.), la concentrazione di CO2 è cresciuta del 6,6% in 11 anni, quella di metano (CH4) del 5,0% e quella di protossido di azoto (N20) del 3,4%.

Altra ciliegina amara sulla torta, l’incremento dell’impronta materiale della Svizzera, in termini di consumo interno di materie prime , che sfiora il 2% in vent’anni. Di fatto, corrisponde alla massa totale delle materie prime estratte in Svizzera e all’estero necessarie a soddisfare la domanda finale interna. Due anni fa, l’impronta ammontava a 143 milioni di tonnellate. Nel ventennio, le importazioni sono aumentate del 9%.

Ma c’è anche tutto un mondo che si svela. Lo scorso anno, le superfici coltivabili che hanno beneficiato dell’impollina- zione prodotta dagli animali erano di 44.000 ettari, pari al 4% della superficie agricola utile e al 15% della superficie coltiva e con colture perenni. Questo agevola la produzione di frutta, bacche, colza e girasole. Per i cereali, è il vento a entrare in gioco.

In questo scenario, due anni fa il 39% della popolazione svizzera dichiarava di trascorrere ogni giorno o quasi il proprio tempo libero nella natura: una rigenerazione cercata e necessaria. Stessa percentuale per chi si comporta così almeno una volta alla settimana, dunque con una minore frequenza ma con una certa costanza.. Una minoranza, il 6% della popolazione, trascorre il tempo libero meno di una volta al mese immersa nella natura.

Aree protette

Le premesse geografiche e paesaggistiche ci sono tutte, ricorda peraltro la Confederazione in altre sedi. Le zone protette di importanza nazionale corrispondono a circa il 23% del territorio svizzero. Il 2% della superficie della Svizzera è rappresentato da biotopi di importanza nazionale, con 1060 specie. I boschi privati sfiorano il 30% di tutto il patrimonio boschivo svizzero e soprattutto si impone un dato: nel Paese si contano 65.000 chilometri di sentieri. Per rappresentarne la proporzione in altro modo, corrispondono a una lunghezza pari a una volta e mezzo la circonferenza della Terra. E per chi pedala, l’invito a nozze con la natura è poderoso: oltre 20.000 chilometri di percorsi segnalati.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata dai rifiuti e dagli sforzi per ridurne l’impatto.

Nel 2020 sono stati prodotti circa 6,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Il 53% è stato raccolto in modo differenziato e riciclato, si precisa. Quasi il doppio rispetto al 1990, dunque il progresso è notevole e documentato. La restante quota è stata bruciata in impianti di incenerimento o, prima del 2005, è stata incenerita o depositata in una discarica, si sottolinea. Il calore generato serve sia al riscaldamento sia all’elettricità.

Nonostante sia ardua anche la battaglia contro le emissioni dalle varie fonti inquinanti, la Svizzera rivendica una solida reputazione in fatto di purezza dell’aria: è al 13° posto nella classifica degli Stati meno inquinati al mondo, secondo l’Oms. Ci sono ovviamente variazioni tra le diverse zone, questa è solo una media. Le aree urbane dell’Altopiano sono più colpite dall’inquinamento se si considerano Alpi e Giura.

Miglioramento

Va anche detto che il miglioramento è costante, almeno dalla metà degli anni Ottanta, grazie alla politica della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni in materia di protezione dell’aria. Questa viene monitorata e analizzata in permanenza da 16 stazioni di misurazione della Rete nazionale d’osservazione degli inquinanti atmosferici.

Nel fascino svizzero esercitato sugli abitanti che vengono incentivati dunque a godersi la natura del loro Paese, va messo anche l’elemento foreste, che coprono il 31% del territorio: si tratta di un aumento costante, che ha permesso di tutelare 30.000 specie di animali, piante e funghi. Gli abeti, i faggi, gli abeti bianchi, gli aceri e le querce sono le specie maggiormente diffuse nella Confederazione, capaci di scolpirne l’identità.

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