La Svizzera spinge il turismo oltre il Natale: «Va allungata la stagione»

L’intervista I dati non esaltanti dei soggiorni in Ticino, visti da Max Perucchi, presidente di Hotellerie Suisse Sopraceneri

Due le considerazioni di fondo dentro la lunga chiacchierata con Max Perucchi, direttore dell’hotel “La Meridiana” di Ascona nonché presidente di HotellerieSuisse Sopraceneri. La prima riguarda i 104 mila pernottamenti in meno che il Ticino ha registrato nella stagione turistica da poco conclusa (il raffronto è con i numeri del 2022) e la seconda ha a che vedere con le annotazioni dell’istituto “Bak Economics” di Basilea, il quale ha parlato di “tiepide soddisfazioni” per il turismo ticinese in questo inverno a cavallo tra 2023 e 2024.

Annotazioni che inevitabilmente portano in dote un nuovo campanello d’allarme su base cantonale. Cosa ne pensa?

Da una parte sì. Il campanello d’allarme esiste e merita comunque tutta l’attenzione del caso. Per contro, però, aggiungo che le previsioni per l’inverno dipendono in larga parte da altre previsioni, quelle legate al meteo. Senza neve, è difficile per i nostri comprensori ipotizzare una stagione ricca di soddisfazioni, nonostante i grandi sforzi compiuti per migliorare tecnologie e innevamento. Con la neve il discorso cambia. I flussi turistici dipendono molto dalle condizioni della neve. In questo contesto, con una stagione con poca neve, il Ticino risulta inevitabilmente penalizzato.

Qual è il suo giudizio sul campo di pernottamenti nei mesi clou della stagione turistica (sopra il 5%)?

Domanda pertinente che merita una risposta articolata. Come operatori abbiamo analizzato questo segno “meno”, notando due distinte situazioni contingenti. La prima si riallaccia a quanto rimarcato poc’anzi e cioè dell’importanza di avere condizioni meteo favorevoli, il che significa nei due trimestri centrali dell’anno sole e bel tempo. Così non è stato soprattutto a maggio ed ottobre ed in parte tra la prima e la seconda decade di settembre. La seconda sottolineatura riguarda i “buchi” su più giorni riscontrati tra un evento e l’altro delle manifestazioni di punta del calendario ticinese”.

Come si possono correggere in corsa questi “buchi” nel calendario degli eventi?

Cito “Moon&Stars” di Locarno, che nella prima parte del mese di luglio attraverso concerti di artisti di fama mondiale attira anche tanti spettatori comaschi. Il canovaccio prevede il classico “sold out” anche nelle strutture ricettive in occasione dei concerti, poi tre-quattro giorni di pausa in cui gli alberghi si sono svuotati prima di riprendere nuovamente i concerti. Ciò significa che gli eventi internazionali rappresentano un volano importante anche per il turismo, ma nel contempo serve che questi eventi abbiano una continuità nel tempo. Su questo si cercherà di intervenire già dal 2024”.

Nel contempo anche per la stagione invernale gli hotel a cinque stelle indicano un confortante +6% quanto a pernottamenti. E’ la conferma che il segmento del lusso non conosce crisi e stagioni?

Proprio così. E’ sicuramente uno dei traini più importanti per tutto il comparto turistico, non solo in Svizzera. Il vostro lago insegna che la proposta “a cinque stelle” è garanzia di ottimi riscontri in termini di presenze. Il “sold out” è praticamente garantito per questa tipologia di strutture. D’altronde da un’analisi di dettaglio sulla popolazione si nota come la forbice in fatto di ricchezza si sia sempre più ampliata. Gli ospiti che possono permettersi l’ospitalità a cinque stelle sono quelli il cui reddito o il cui guadagno netto è in aumento di anno in anno. A fronte di queste dinamiche, i 1000-1500 franchi a notte per una camera rappresentano una spesa ampiamente alla portata.

Riprendendo un tema che da oltre quattro mesi sta tenendo banco in Ticino, quanto sta influendo sul turismo e sul segmento dell’ospitalità il tunnel ferroviario del Gottardo dimezzato, dopo il deragliamento del 10 agosto a Faido?

Anche qui un’analisi di dettaglio operata dopo la chiusura e la riapertura singhiozzo del tunnel ferroviario ha permesso di evidenziare che l’impatto sui pernottamenti è stato tutto sommato contenuto, mentre ben più rilevanti sono state le ripercussioni sul turismo di giornata. In questo contesto va rimarcato che in Svizzera una buona fetta della popolazione anziana si sposta in treno gratuitamente grazie all’abbonamento annuale. E’ chiaro che con il Gottardo dimezzato, il Ticino diventa una meta decisamente meno ambita. E così ne risentono bar e ristoranti e tutto quanto connesso all’ospitalità di giornata.

A proposito di rapporti transfrontalieri anche in fatto di turismo, il vicepresidente dell’ente turistico del Luganese, Lorenzo Pianezzi, qualche tempo fa aveva postato sui social un messaggio molto commentato in cui in buona sostanza l’obiettivo era “travasare” in Ticino l’overtourism o parte dell’overtourism che con cui il nostro lago ha fatto i conti sin dal lungo fine settimana di Pasqua. L’idea era quella di una campagna di marketing mirata che al momento non ha ancora trovato degna concretizzazione. Qual è il suo giudizio su questa proposta?

Racchiudo la risposta in questo concetto e cioè che se l’idea di fondo può essere corretta, la pianificazione dell’idea lo è un po’ meno. Di fatto queste dinamiche sono già in essere. Il lago di Como in overtourism ha fatto sì che Lugano conquistasse nuove fette di mercato, ricordando la tipologia elevata dell’ospitalità della cittadina ticinese. Portare però sul Ceresio attraverso un’iniziativa di promozione mirata un turista che vuole andare sul Lario lo vedo un po’ meno realizzabile. Difficile far cambiare idea a chi ha già una sua meta ben definita. Non basta un semplice slogan per convincerlo a cambiare i propri programmi. Semmai si potrebbero sviluppare join venture con Como e il suo territorio”.

Quali sono le previsioni per il 2024?

Bak Economics ha parlato di una crescita del 2% per il turismo ticinese lungo tutto il 2024. I dati per l’anno in corso parlano di un 5% in meno rispetto al 2022 per le motivazioni che ho elencato poc’anzi. Va altresì rimarcato che il risultato del 2023 supera del 9% quello del 2019, l’ultimo anno pre-pandemia, ritenuta una stagione interessante sotto il profilo dei pernottamenti e dell’indotto turistico. Certo le annate segnate dal Covid restano a sé. Ripetere il risultato del 2021 è sicuramente un qualcosa di molto difficile. Le frontiere chiuse avevano eletto il Ticino a capitale turistica della Svizzera”.

Infine, questo sta incidendo il franco forte sul turismo ticinese e svizzero, ricordando la presenza di tanti frontalieri - anche comaschi - nel segmento dell’hotellerie e della ristorazione del vostro Cantone?

Il franco forte sta incidendo parecchio sul nostro settore. Peraltro il franco forte fa il paio con l’euro debole e questo non aiuta il nostro turismo. Lo notiamo in termini di presenze e pernottamenti sia sui turisti tedeschi che sugli ospiti italiani. La Lugano di 15-20 anni fa, presa d’assalto dagli italiani anche per la forte attrattività quale piazza finanziaria non esiste più. Gli italiani restano un riferimento importante per il nostro turismo, sempre tenendo conto dei prezzi con cui si devono confrontare.

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