Icam e il consumo idrico. Trasformare a ciclo chiuso

Il modello L’azienda ha appena presentato il bilancio di sostenibilità. Negli ultimi anni la rivoluzione per il raffreddamento delle macchine

La produzione di cioccolato è fra quelle a più alto impatto di consumi idrici, sebbene «meno dello 0,01% sia attribuibile alla lavorazione del cacao svolta presso gli stabilimenti produttivi», come precisa Icam nel proprio bilancio di sostenibilità.

Strategie

Alle proprie strategie di risparmio di acqua tutta la la fabbrica di cioccolato di Orsenigo dedica un focus particolare e le colloca fra le iniziative prioritarie di «responsabilità verso l’ambiente».

Nel corso degli anni l’azienda della famiglie Agostoni e Vanini guidata dal presidente e amministratore delegato Angelo Agostoni ha messo in campo investimenti continui per trasformare in ciclo chiuso tutti i circuiti di raffreddamento e riscaldamento ad acqua delle macchine di processo. In aggiunta a ciò tutti gli impianti di condizionamento ambientale o produzione freddo sono stati sostituiti con macchine raffreddate ad aria o con acqua a circuito chiuso, «che noi sfruttiamo ormai al massimo in funzione del maggior risparmio possibile di acqua», ha affermato Giovanni Agostoni, responsabile commerciale di Icam.

Con questa premessa Icam, nel quadro di una strategia complessiva di responsabilità dell’uso di risorse naturali, ha presentato i risultati dei consumi idrici per i due stabilimenti di Orsenigo e di Lecco nel corso del 2021.

Complessivamente le due fabbriche l’anno scorso hanno totalizzato consumi per circa 137 milioni di euro, in linea con gli anni precedenti che già godevano degli investimenti per l’abbattimento dei consumi.

Ma il 2021 è stato anche l’anno di avviamento di un nuovo progetto, a conclusione quest’anno, per la sostituzione dell’impianto di addolcimento dell’acqua del pozzo a Orsenigo, «con l’obiettivo di azzerare lo scarico di cloruri nelle acque reflue e di ridurre del 5% il consumo di acqua».

Per Icam le forniture di acqua derivano sia dall’allacciamento alla rete di acqua potabile comunale sia da tre pozzi di presa, due a Orsenigo e uno a Lecco. Mentre l’acqua dell’acquedotto è utilizzata esclusivamente per i servizi sanitari (bagni e docce) e per la cucina della mensa, quella dei pozzi «viene utilizzata per i processi di trasformazione del cacao e per i servizi ausiliari di fabbrica e, prima di essere scaricata nella rete fognaria, viene equalizzata e tenuta costantemente sotto controllo nel rispetto delle tabelle di legge italiane». In più c’è l’acqua piovana, raccolta in un serbatoio di decantazione che è in grado di separare gli eventuali olii provenienti dai parcheggi, dalle auto e dai camion.

Quella di Icam Cioccolato è una politica di sostenibilità a tutto campo, che fin dalla fondazione dell’azienda nel secondo Dopoguerra ha tracciato una linea di attenzione alle persone, al territorio e all’ambiente sviluppata nel tempo con nuove declinazioni e ancora oggi perseguita con tanto di codice etico sottoscritto dal 100% dei fornitori di materie prime, trasmessa fino alla terza generazione oggi in azienda costituita da Sara, Giovanni, Luca Agostoni e da Roberto Vanini.

Il bilancio

In particolare oggi le strategie di sostenibilità sono in capo a Sara Agostoni, Chief Sustainability Officer, che ha coordinato le iniziative del bilancio di sostenibilità del 2021, presentato lo scorso 22 luglio, su quattro direttrici di impegno verso le persone, verso l’innovazione, verso l’ambiente e di responsabilità verso la filiera integrandole con gli obiettivi di business.

«I miei nonni prima, e la seconda generazione poi – afferma l’imprenditrice in una nota del bilancio di sostenibilità – hanno testimoniato nel corso di 75 anni di storia e ci hanno trasmesso che un’impresa può avere futuro solo se capace di essere soggetto proattivo, di creare valore e relazioni durevoli nel tempo, cioè impatti positivi per le persone e le comunità dai coltivatori delle nostre materie prime alle comunità dei collaboratori, fornitori, clienti, con rispetto e condivisione dei valori della società di appartenenza».

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