Imprese, la grande frenata
«calo di ordini generale»

Lorenzo Riva, presidente e ad della Electro Adda guarda con preoccupazione allo scenario dei prossimi mesi «Chiudiamo sullo stesso livello del 2022 che è stato record, ma ora quadro più difficile. Vergani? Ottima scelta»

L’anno in corso si chiuderà ancora positivamente per la maggior parte delle imprese dei nostri territori, sulla scia dei buoni risultati ottenuti nei due anni precedenti, ma l’ultima parte del 2023 sta evidenziando criticità preoccupanti. Lo spiega Lorenzo Riva, vicepresidente della Camera di commercio di Como e Lecco, già presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, amministratore delegato e presidente di Electro Adda spa, impresa di famiglia fondata nel 1948 dal papà Luigi e dallo zio Antonio, produttrice di motori elettrici a Beverate di Brivio (Lecco).

Come valuta la situazione generale dell’economia nelle nostre province?

I dati sono certamente preoccupanti perché indicano un forte rallentamento dell’economia, se non addirittura una recessione. Credo che il 2023 sarà ancora positivo per le nostre imprese, ma la maggior parte delle aziende ha dovuto fare i conti con un netto calo degli ordini, a partire dallo scorso luglio o comunque da settembre. Certo, ci sono alcune eccezioni positive, però la tendenza generale è molto chiara. Del resto ci aspettavamo questo scenario, soprattutto in considerazione della situazione geopolitica mondiale, con una guerra in Europa ed un’altra nel Medio Oriente, con due paesi importanti come Russia ed Ucraina in cui la maggior parte dei nostri prodotti non può essere esportata. Inoltre, i timori per il futuro sono ancora più gravi in quanto il conflitto mediorientale potrebbe addirittura ampliarsi ad altre nazioni.

A questo quadro critico si aggiungono un costo del gas e dell’energia di nuovo in crescita, un fenomeno molto preoccupante soprattutto per le imprese energivore, e soprattutto tassi di interesse molto elevati. Le aziende che hanno investito negli anni scorsi e che non sono riuscite a definire un tasso fisso oppure un’assicurazione contro l’incremento dei tassi pagano oggi cifre altissime e molto difficili da sostenere. Questo fenomeno può creare una valanga, perché le aziende in difficoltà possono coinvolgere anche quelle sane che non riescono ad incassare i propri crediti. Questa situazione genera quindi molte incognite per il prossimo anno. Come sempre, tuttavia, riusciranno a resistere le aziende che continueranno a guardare al futuro puntando sulle risorse umane, sull’ambiente, sull’innovazione di prodotto e sulla ricerca di nuovi mercati. Non dobbiamo restare ancorati alla Germania che sta vivendo una crisi più grave della nostra; in America, al contrario, i dati economici sono positivi.

In questo contesto, quali risultati raggiungerà la sua azienda, Electro Adda, nel 2023?

La nostra impresa concluderà l’anno sugli stessi livelli del 2022, che per noi ha rappresentato il record di fatturato. In ottobre abbiamo comunque ottenuto un risultato superiore dell’1,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e quindi per l’esercizio in corso non abbiamo timori. Tuttavia c’è preoccupazione per il prossimo futuro, in particolare per quanto riguarda l’acquisizione di nuovi ordini. Stiamo cercando di entrare in nuovi mercati, soprattutto in quelli navale e militare che sono in completa evoluzione, perché molti paesi si stanno attrezzando per eventuali nuovi conflitti o comunque per proteggersi. Anche per noi quindi, come dicevo, è importante esplorare nuovi mercati, anche a livello geografico, penso ad esempio all’Africa e al Sud America. Inoltre, ci auguriamo che i conflitti in corso cessino: in Europa ci sarà l’Ucraina da ricostruire e potrebbe riaprirsi il mercato russo, fondamentale soprattutto per i prodotti siderurgici. Inoltre, la transizione ecologica, avviata in Europa ed anche in Italia, può rappresentare una grande opportunità per uno sviluppo caratterizzato da prodotti sempre più ecologici ed efficienti.

La carenza di manodopera resta una grave criticità del nostro tempo?

Occorre fare attenzione a non esagerare con questo allarme, perché poi, in caso di crisi, ripartirà la cassa integrazione ed allora si troverà molto personale disponibile ma non sarà certo una bella notizia. In linea generale, tuttavia, ribadisco da tempo l’importanza di un cammino congiunto di scuola e mondo del lavoro. Se questo non avviene, la responsabilità non è solo in capo alle istituzioni. Anche noi imprenditori dobbiamo essere in grado di raccontare meglio la nostra attività e le nostre imprese, per fare in modo che i giovani possano appassionarsi ad un mestiere. Anche una classica azienda metalmeccanica può essere raccontata e vissuta in modo accattivante: si pensi ad esempio all’utilizzo ed ai benefici finali di determinati prodotti che nascono nelle nostre officine. Occorre quindi coinvolgere i giovani nello sviluppo delle nostre aziende, negli obiettivi da raggiungere e nei risultati ottenuti.

La Bce sembra orientata a cambiare politica sui tassi di interesse. Una buona notizia?

Se ci sarà un’inversione di tendenza sarà certamente un fatto positivo, ma, intanto, in questa fase rischiamo di avere banche ricchissime ed aziende povere. Occorre quindi, anche da parte del governo, un maggiore sostegno alle imprese che devono fronteggiare questi tassi di interesse molto elevati a cui non eravamo abituati e su cui non era stata fatta una programmazione aziendale.

Lei è un imprenditore ma anche un uomo molto attivo nelle istituzioni economiche del nostro territorio. Per quanto riguarda il futuro della Camera di commercio di Como e Lecco, le associazioni di categoria, ed in particolare il mondo industriale, sembrano orientate a scegliere Ezio Vergani come nuovo presidente. Cosa ne pensa?

In primo luogo voglio sottolineare l’importanza del lavoro effettuato dall’attuale presidente Marco Galimberti e dalla sua giunta. Galimberti ha operato benissimo ed è riuscito nell’impresa di unire a livello camerale due province così diverse e così competitive tra loro. Non è stato facile ma i risultati ora si vedono e quindi mi spiace che l’attuale presidente non si ripresenti per un nuovo mandato. Per quanto riguarda il futuro, posso dire di non essere stato coinvolto nella scelta di candidare Ezio Vergani, sostenuto in particolare dagli industriali delle nostre province. Tuttavia, anche se non ho avuto una parte in questa indicazione, conosco e stimo Vergani, sono stato in consiglio di Confindustria Lecco e Sondrio quando lui era presidente, ha visioni imprenditoriali internazionali di alto livello e penso quindi che possa fare un lavoro eccellente per la Camera di commercio di Como e Lecco.

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