Le tre erre del cambiamento green: ridurre, riusare, riciclare

Serena Costantini, al vertice di Sisme di Olgiate Comasco, 700 collaboratori, plant in Cina e Slovacchia. «La sostenibilità è ormai diventata un fattore strategico, fa crescere la solidità e l’attrattività dell’azienda»

Il percorso è stato avviato nel 2019, con un piccolo paragrafo all’interno della relazione sulla gestione allegata al bilancio. Poi, negli anni successivi, il progetto si è sviluppato ed ampliato ed oggi l’attività in ambito di sostenibilità di Sisme, multinazionale con quartier generale ad Olgiate Comasco, due stabilimenti in Cina e Slovacchia, 700 dipendenti, specializzata nella progettazione e produzione di motori elettrici, è declinata su più fronti e descritta nel report annuale giunto alla quarta edizione.

Serena Costantini, presidente di Sisme ed al vertice del Gruppo Metalmeccanici ed installazione impianti di Confindustria Como, come si concretizza l’approccio della vostra impresa nei confronti del tema della sostenibilità?

In primo luogo il nostro è un approccio integrato, nel senso che parliamo di sostenibilità a livello ambientale, ma anche sociale ed economico e di governance. Partendo dall’attenzione all’ambiente sottolineo come Sisme, in quanto società leader nella produzione di motori elettrici per refrigerazione e condizionamento commerciale, ha insito nel proprio dna il concetto della sostenibilità ambientale. Gli obiettivi da perseguire per mantenere in equilibrio la bilancia tra uomo ed ambiente si riconducono alle famose tre R ossia ridurre, riutilizzare e riciclare.

Per percorrere questa strada, quali progetti sono stati implementati in Sisme?

La riduzione dei consumi elettrici, la ricerca della massima efficienza dei propri motori sono concetti che, da decenni, accompagnano lo sviluppo di Sisme. La riduzione del consumo di materiali all’interno dei propri prodotti a parità di prestazione è stato declinato in termini di motori sempre più piccoli e performanti; si pensi ai motori per il settore dell’elettrodomestico: con una riduzione del 40% di materiali si ottengono oggi le medesime prestazioni dei prodotti dei primi anni Ottanta. Sisme investe quindi nella ricerca e nello sviluppo di motori elettrici sempre più efficienti ed ecologici con l’obiettivo di ridurre il consumo di energia e le emissioni di gas serra associati all’impiego dei propri prodotti, contribuendo così a una maggiore efficienza energetica complessiva. Sul fronte del riuso, la lunga vita dei motori è sempre stata perseguita da Sisme e dai propri clienti prima di tutto attraverso la qualità e l’affidabilità nel tempo dei manufatti. Ed anche il riciclo dei materiali, infine, gioca un ruolo fondamentale: gli scarti della produzione, in particolare di rame ed acciaio, possono e sono da sempre recuperati alla fine della vita dei prodotti in cui sono integrati. Inoltre, Sisme lavora per introdurre materiali e processi di produzione sempre più sostenibili, includendo l’uso di materiali riciclati e riciclabili, nonché la riduzione dei rifiuti prodotti durante il processo di fabbricazione. Il prossimo step del progetto sostenibilità di Sisme è costituito infatti dall’implementazione di programmi di riciclaggio dei motori elettrici fuori uso, in modo tale che i componenti possano essere smaltiti responsabilmente e che i materiali possano essere riutilizzati.

Cosa intende invece quando parliamo di sostenibilità sociale?

Sisme mira alla coesione di una società che sia in grado di sostenerne i membri, in modo tale che possano raggiungere anche il benessere individuale. Sisme promuove inoltre una cultura di responsabilità sociale d’impresa investendo nella formazione dei propri dipendenti e valorizzando un ambiente di lavoro positivo orientato alla collaborazione reciproca, al lavoro di squadra, alla condivisione degli obiettivi ed adatto a esprimere il potenziale di ogni singola persona. Diversi sono i progetti implementati, tra questi un sistema di valutazione delle risorse ed una collaborazione con il Politecnico di Milano per attrarre nuovi talenti. Anche l’attenzione su concetti come la sicurezza e la salute sul lavoro, le condizioni di lavoro ed i diritti dei lavoratori, i diritti umani e la gestione sostenibile della propria supply chain sono considerati elementi importanti.

Veniamo alla sostenibilità economica. Come viene ricercata da Sisme?

Si tratta del terzo importantissimo pilastro, che affronta il concetto di sostenibilità legato alla capacità di un sistema economico di produrre reddito e lavoro nel tempo. Concetti come la composizione del board, sistemi di financial reporting, pratiche etiche, tax transparency, anti-corruption, sono di fondamentale importanza per Sisme. In un contesto di business sempre più complesso, la nostra impresa da tempo ha adottato un modello 231 ed un codice etico come elementi essenziali di organizzazione, gestione e controllo. Il fine ultimo, infatti, è la creazione di valore nel lungo periodo per gli azionisti, la comunità ed il territorio.

Quali sono i prossimi passi che state progettando per proseguire il percorso?

Lavoriamo con attenzione sul carbon footprint, il parametro che consente di stimare le emissioni di gas serra. Abbiamo già raggiunto obiettivi importanti per quanto riguarda lo scope 1, che riguarda le emissioni derivanti da fonti di proprietà o controllate, e lo scope 2, che include le emissioni prodotte dai dipendenti nel percorso da casa al lavoro. Ora lavoriamo sullo scope 3, ossia sulle emissioni dei trasporti di fornitori e clienti. Poi questo tema di riduzione delle emissioni è affrontato aumentando l’efficienza dei nostri prodotti ma non solo. Stiamo infatti perseguendo lo sviluppo di tecnologie che incrementino l’efficienza dei motori minimizzando il ricorso ai magneti realizzati con terre rare, che richiedono processi di estrazione a forte impatto ambientale e sociale, privilegiando l’utilizzo di magneti a ferrite e, ove possibile, eliminando i magneti mantenendo la tecnologia sincrona del motore. Inoltre, stiamo lavorando sulla certificazione della parità di genere: un’altra sfida che affrontiamo con entusiasmo.

Cosa vi ha spinto ad intraprendere questa strada con grande attenzione?

Il rispetto per l’ambiente in cui viviamo va a beneficio della stessa impresa, perché tutti i pilastri che ho elencato aiutano a creare un’azienda longeva, che lavora in modo proficuo, che è inserita in un territorio e che genera benefici per tutti. Inoltre l’impresa diventa più attrattiva sia per i futuri collaboratori sia per i clienti che, nel nostro caso, sono spesso multinazionali molto sensibili nei confronti di questi temi.

Nell’affrontare questa sfida, quale è stato l’approccio nei confronti dei vostri collaboratori?

Abbiamo fatto un lavoro di progressivo coinvolgimento di tutta la struttura, perché gli obiettivi si raggiungono insieme: costruire un bilancio di sostenibilità non significa solo compilare tabelle ma condividere un percorso ed un traguardo. Alla redazione del report annuale contribuisce in modo importante il sustainability team composto da membri giovani e che hanno fatto propri i principi ed i target dell’azienda: ne fanno parte un controller, Iulian Bogdan, l’Rspp Lorenzo Aimetti ed un membro del miglioramento continuo, Marco Romani.

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